“Terminus Nord”: recensione del romanzo giallo di Jérome Leroy

Fazi pubblica nella collana Darkside l'omaggio a uno dei grandi personaggi del noir francese

Con “Terminus Nord”, pubblicato nella collana Darkside che l’editore Fazi dedica al giallo di qualità, Jérome Leroy tributa un omaggio a uno dei più grandi autori del noir francese, Léo Malet, riscoprendo, e rivisitando in chiave moderna, il suo personaggio più celebre: l’investigatore privato Nestor Burma.

Si tratta di un quarantenne anarchico, con un personale senso della giustizia, che non rifugge dall’utilizzo di metodi non proprio ortodossi (ma si sa, i tempi in cui viviamo non sono normali e i tentennamenti possono essere superati per giusta causa), rimasto estraneo alla rivoluzione informatica in atto.

Epigono di un passato in cui “non mi facevo di coca né anfetamine, ma ero un po’ drogato di adrenalina”, convinto che “una vita senza pedinamenti, risse, per me non sarebbe stata vita”. Una precedente vita in cui non esisteva il coraggio ma soltanto prove di coraggio.

In questa nuova avventura, il Burma 2.0, che nel frattempo ha abbandonato la pipa per indossare uno Stetson alla Humphrey Bogart, affianca, per le vie di Parigi, la commissaria di polizia Stépanie Faroux per sventare un progetto che mira a sovvertire le regole di convivenza democratica messo in atto da un’organizzazione occulta, ben inserita nell’apparato amministrativo del Paese, una sorta di Stato nello Stato.

A far da cornice al racconto di “Terminus Nord”, un mistero nel mistero, la presenza di una donna eterea, muta, di cui non si sa nulla, con lo sguardo (forse) perso in un trascorso fatto di angherie che ne hanno segnato anche il corpo. Unico indizio, i suoi abiti unti e laceri, che serviranno a Nestor per risalire a un’antica popolazione, i Kalash, che vive tuttora nelle valli del Birir, del Rumbur e del Bumburet, tra il Pakistan e l’Afghanistan.

Un romanzo avvincente, arguto, dallo stile narrativo asciutto, spoglio di orpelli letterari, che non si sofferma più di tanto sulla descrizione dei personaggi, pur non tralasciandone gli aspetti più umani, ma con una attenzione particolare verso i fatti, potenzialmente reali o, quanto meno, realistici in cui il lettore potrà leggere la vicenda umana.

Il pregio di Leroy? L’aver dato una sua personale rilettura a quello che è stato un fenomeno di culto del passato per gli amanti del genere noir e giallo.

 

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