“Terminator – Destino oscuro”: torna la guerra tra macchine e umani

Tre protagoniste forti, indipendenti e determinate e un - vecchio - cyborg con il volto di Schwarzenegger

Un film di Tim Miller. Con Arnold Schwarzenegger, Linda Hamilton, Mackenzie Davis, Diego Boneta, Gabriel Luna. Azione, 128′. USA 2019

Grace, soldato geneticamente potenziato, viene dal futuro per salvare Dani Ramos, giovane operaia messicana impiegata in una fabbrica automobilistica. Dal futuro per ucciderla viene pure Rev-9, un Terminator evoluto, indistruttibile e proteiforme. Dal passato ritorna invece Sarah Connor che caccia e abbatte Terminator da decenni con l’aiuto di una fonte misteriosa. Unite dal destino, lottano nel presente per proteggere il futuro capo della resistenza contro l’Intelligenza Artificiale. Al di là del muro e decise a sbarcare in Texas per recuperare l’unica arma che possa fermare un Rev-9, chiedono aiuto a un vecchio amico, che integra il team femminile e le dà ancora di santa ragione.

 

Sesto capitolo della saga che esordì al cinema nel 1984, “Terminator – Destino oscuro” di Tim Miller punta su un cast a forte presenza femminile – con donne forti, spavalde, indipendenti – e sull’immancabile cyborg interpretato da Arnold Schwarzenegger, parecchio invecchiato.

Il film è adrenalinico al punto giusto, anche se non così necessario. Sicuramente James Cameron, qui nelle vesti di produttore, riesce a cancellare dalla mente degli spettatori i capitoli tre, quattro e cinque della saga che vede uomini e macchine in guerra tra loro.

La storia riprende dove eravamo rimasti nel 1991 (Terminator II), con un Rev-9, creatura trasformabile e praticamente indistruttibile, che precipita in Messico. Ma questa volta è il carattere fortemente mascolino di “Terminator” a venire aggiornato, con addirittura tre protagoniste forti, determinate e indipendenti al centro della scena.

I fan saranno sicuramente soddisfatti; alcune scene sono memorabili, almeno dal punto di vista visivo. “Terminator – Destino oscuro” è un buon film d’azione, che intrattiene alla grande, e – ci auguriamo – mette anche un punto definitivo alla saga.

 

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