Un film di Steven Knight. Con Matthew McConaughey, Anne Hathaway, Djimon Hounsou, Diane Lane, Jason Clarke. Drammatico, 106′. USA 2019
In fuga dal suo passato, Baker Dill si è ritirato su un’isola al largo della Florida. Solitario e irascibile, nelle battute di pesca insegue senza speranza un tonno gigante, mentre a terra, tra una bevuta e l’altra, frequenta la matura Constance. Un giorno l’ex moglie Karen si presenta sull’isola e gli chiede di salvare lei e il loro figlio dal nuovo e violento marito. La donna propone a Baker di gettare l’uomo in acqua durante una gita in barca, in cambio di 10 milioni di dollari. Diviso fra la nuova vita e quella da cui è fuggito, tentato dal denaro ma roso dai dubbi, Baker si ritrova in una realtà che non riesce a gestire, pupazzo nelle mani di un misterioso burattinaio…
Intricato thriller hitchcockiano con protagonisti Matthew McConaughey e Anne Hathaway, “Serenity – L’isola dell’inganno” tenta di fondere insieme tutta una serie di generi, dal dramma al mistery, ma con risultati altalenanti.
Steven Knight, che con “Locke” aveva regalato al pubblico un’opera compatta, precisa e ricca di suspense, cerca ancora una volta di stupire con audacia narrativa. Il regista britannico sembra essere attratto da personaggi bloccati dentro la propria testa, metafore non troppo ardite del più generico isolamento dell’uomo.
In questo caso il protagonista, Baker Dill, convive con una terribile ossessione: riuscire a pescare un tonno gigantesco, che lui chiama alternativamente “la Bestia” e “Giustizia”. La sua vita subisce una svolta quando dal passato riemerge Karen, interpretata da Anne Hathaway, la sua ex moglie nonchè madre del figlio adolescente.
Un buon soggetto e degli attori con qualità indubbie non bastano, purtroppo, a soddisfare le aspettative dello spettatore. La pellicola si dimostra una scontata lotta tra il bene e il male, dove, tra le righe, si forma l’idea che tutto quello che sembra essere reale per lo spettatore potrebbe, in realtà, non esserlo affatto.
Noir contemporaneo ispirato da una parte al cinema hollywoodiano degli anni ’40 e ’50, dall’altra alle atmosfere patinate del cinema anni ’80, “Serenity – L’isola dell’inganno” è un film con grandi ambizioni narrative, che non sfugge al rischio – annunciato! – di essere un flop.
Nonostante l’originalità e alcuni guizzi audaci e stravaganti, il film si dimostra essere, per Knight, simile al tonno inseguito e vagheggiato dal protagonista: un essere dal sapore quasi mitologico che, alla fine, resta sempre fuori portata.