“Saw legacy”: ennesimo sequel da dimenticare per l’Enigmista

Una sceneggiatura debolissima, personaggi poco caratterizzati, attori spaesati. Flop a tutti i livelli

Un film di Michael Spierig, Peter Spierig. Con Tobin Bell, Laura Vandervoort, Callum Keith Rennie, Matt Passmore, Clé Bennett. Horror, 91’. USA, 2017

Data di uscita italiana: 31 ottobre 2017

Un ladruncolo, Edgar Munsen, viene braccato dalla polizia: ha uno strano telecomando in mano e chiede urgentemente del detective Halloran. Questi accorre, ma Edgar viene colpito da una pallottola dopo aver detto che il gioco è cominciato. Cinque persone, in effetti, si ritrovano in un luogo sconosciuto con una sorta di secchio di metallo in testa, legati a delle catene che li trascinano verso lame rotanti, mentre una voce chiede loro di confessare le bugie che hanno detto nella loro vita, perché il gioco è cominciato, ma, come sempre, c’è una via di scampo. Halloran vorrebbe interrogare Edgar, ma questi è tenuto in coma farmacologico perché la pallottola l’ha colpito vicino al cuore e bisogna attendere che la sua situazione si stabilizzi.

 

Chissà quale tipo di “gioco” il buon Jonathan Kramer, alias Jigsaw, troverebbe adeguato per produttori, sceneggiatori e registi di questa pellicola onestamente indifendibile

Se dovessimo scommettere punteremmo su un percorso di espiazione lungo e tortuoso, per questo gruppo di persone ree, con “Saw: Legacy”, di aver infangato il buon nome di una saga cult e costretto il pubblico a sorbirsi un horror trash imbarazzante sotto tutti i punti di vista.

Chi scrive nel 2004 rimase incantato dall’originalità e dal forza narrativa e registica del primo episodio (Saw – L’enigmista), e oggi si trova in grave difficoltà, invece, nel dover recensire una pellicola davvero inutile, che non aggiunge nessun elemento nuovo o quanto meno degno di nota né sul piano narrativo né per il rilancio del franchise.

Fin dalle prime scene “Saw: Legacy” risulta confusionario, improbabile e noioso, debole nell’intreccio e appena abbozzato nella costruzione psicologica e caratteriale dei personaggi.

Le gravi carenze di sceneggiatura vorrebbero essere compensate dal susseguirsi di esagerate e improbabili scene splatter e violente, che invece solo raramente riescono davvero a turbare un annoiato spettatore.

Il cast, sebbene composto da attori di esperienza, risulta spaesato, inconsistente e artisticamente modesto.

Il film non lascia traccia neanche sul piano registico, segnando se mai una battuta d’arresto nella promettente carriera dei gemelli Spierig.

L’augurio, da fan prima, da critico poi, è che se questi sono i risultati non si pensi in un prossimo futuro a un ottavo episodio della saga, perché anche per il terrificante Enigmista l’epoca dei giochi sembra essere finita.

 

Il biglietto da acquistare per “Saw: Legacy” è:
Neanche regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

 

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