Ho deciso di leggere questo libro ispirata soltanto dalla copertina. Forse se avessi approfondito la conoscenza, dando un’occhiata alla sinossi, avrei lasciato perdere perché questo tipo di storie non rientrano nei canoni di quelle che leggo di solito. Penso di aver fatto bene a farmi guidare dall’istinto, perché è stata una bella sorpresa.
“Reflections” rientra in pieno nella tipologia del romanzo young adult distopico oggi tanto di moda: protagonisti giovani, primi amori che non sfociano in niente più di un bacio, un mondo che somiglia al nostro ma ha qualcosa di unico.
A descriverlo così si potrebbe pensare che sia adatto soltanto a un pubblico di lettori giovani, e invece quello che ho apprezzato del romanzo di Kasie West è soprattutto il fatto di mettere insieme spunti e suggestioni differenti, capaci di interessare anche un pubblico leggermente più maturo.
Non è soltanto la storia adolescenziale di una ragazza, Addie, che si trova a scegliere tra due futuri possibili – e tra due ragazzi, naturalmente –, c’è spazio per un pizzico di thriller e per un’indagine che si muove tra realtà coesistenti che, teoricamente, non dovrebbero incontrarsi. Si parla molto di amore tra 18enni, di rapporti genitori-figli, di come sopravvivere alla scuola, però il fatto di ampliare almeno un pochino lo spettro di osservazione aiuta.
La costruzione “doppia”, con Addie che si trova a vivere, nel presente della sua indagine e soltanto nella sua mente, i due possibili scenari a cui andrebbe incontro in caso scegliesse di vivere con il padre nel mondo esterno o restasse nel Perimetro con la madre, era potenzialmente un grosso rischio. Tenere insieme i fili della vicenda, non creare confusione e far sì che i lettori non si perdessero non era semplice. La West ha fatto un ottimo lavoro. Le due trame procedono in modo spedito, ma leggendo si colgono senza difficoltà i punti di contatto. È divertente vedere come le cose sarebbero andate in un caso e nell’altro.
Anche il finale mi ha convinto, perché dà sì delle risposte, ma lasciando tutto aperto. Ogni lettore sarà libero di immaginare cosa sia successo dopo – e l’autrice potrebbe scegliere di scrivere un seguito, che leggerei con enorme piacere.
Permettetemi solo una notazione linguistica: c’era davvero bisogno che il “potere” paranormale di Addie si chiamasse divergenza? Quando, dopo non troppe pagine, ho letto la parola ho avuto un tuffo al cuore: per un attimo ho temuto che ci fosse qualche rimando al libro/mondo creato da Veronica Roth. Anche quando ho capito che, per fortuna, così non era questo richiamo, anche solo linguistico, mi ha infastidita. Perché usare proprio questa parola, tra tante? Dopo il successo della trilogia distopica, adattata anche per il cinema, se io scrivessi un romanzo young adult cercherei in ogni modo di discostarmi dagli illustri precedenti – fosse solo per una questione di principio!
CONSIGLIATO SE:
- Amate i romanzi young adult, quelli veramente young adult, dove i protagonisti hanno meno di 18 anni e l’amore è inteso al massimo come sfioramento di labbra.
- Non vi stancherete mai delle distopie, che mostrano un mondo simile per molti versi al nostro, ma che contiene in sé qualcosa di straordinario.
- Cercate una lettura leggera, ma anche capace di stupirvi con la commistione di generi e suggestioni.