Dei miei gusti di lettrice iniziate ormai a sapere diverse cosette, ma forse non vi ho mai detto che non sono una grande appassionata di racconti. Trovo il romanzo, per la sua natura articolata, più vicino alle mie corde, e confesso di non cimentarmi spesso in formati diversi.
In questo ottobre 2022, però, sono uscite per Fazi editore ben due raccolte di racconti di autrici che in passato ho apprezzato, e quindi quale occasione migliore per uscire dalla mia comfort zone e provare a rivedere le mie convinzioni?
Dopo “Cinque martedì d’inverno” di Lily King, è la volta di “Le dame di Grace Adieu” di Susanna Clarke, uno dei nomi più interessanti nel panorama del fantasy internazionale, finalista al Man Booker Prize e vincitrice del Women’s Prize for Fiction. I suoi romanzi “Piranesi” e “Jonathan Strange & il signor Norrell” hanno incantato il pubblico.
Molti mortali hanno vagato per le campagne inglesi senza farne più ritorno. Questo perché tra i boschi silenziosi e le verdi colline si celano dei confini invisibili, al di là dei quali il mondo reale si ripiega su dimensioni assai più magiche e ricche di insidie.
Lo sanno bene i protagonisti di queste storie, che si ritrovano a interagire con creature impertinenti e maliziose che giocano con la superficie delle cose, scompigliando il buon senso e l’ordine della realtà.
Da una vita di campagna solo apparentemente tranquilla fino ai castelli dove è stata scritta la storia dell’Inghilterra, in questi racconti maghi e fate si intromettono nelle esistenze assolutamente comuni di vicari di campagna e fidanzate gelose, ma anche nei destini di figure storiche come Maria di Scozia e il duca di Wellington.
I racconti della Clarke uniscono il classico folklore britannico a una vena ironica fortemente contemporanea, e questo fa sì che il lettore si diverta, mentre legge storie tutto sommato molto classiche e omogenee tra loro. Tra le pagine Storia e magia si intrecciano e per gli appassionati dell’universo di Jonathan Strange & il signor Norrell c’è anche la chicca del ritorno di alcune vecchie conoscenze.
Quello che emerge chiaramente è che, per una volta, sono i personaggi femminili a fare la parte del leone. Se interagendo con gli essere fatati, infatti, gli uomini risultano sempre faciloni, creduloni e miopi, le uniche che conservano un po’ di buon senso e hanno quindi qualche possibilità di vittoria sono proprio le donne. Donne risolute, donne che lottano per il loro amore, donne coraggiose anche di fronte ai prodigi dell’ignoto.
Una raccolta di racconti piacevole da leggere, ma, per onestà intellettuale, devo dirvi che non mi ha fatto cambiare idea. Preferisco ancora i romanzi!