“Povere creature!”: una fiaba gotica magnifica, un film che è già cult

Yorgos Lanthimos dirige una Emma Stone ispirata in quello che è forse il suo miglior film

Un film di Yorgos Lanthimos. Con Emma Stone, Margaret Qualley, Willem Dafoe, Mark Ruffalo, Christopher Abbott. Fantascienza. USA 2023

Oltre alle cicatrici che lo sfigurano e alle terribili menomazioni del suo fisico, Godwin Baxter deve a suo padre anche una sincera passione per il metodo scientifico e per le pratiche chirurgiche. L’esperimento che più lo inorgoglisce è Bella, che tratta come una figlia. L’ha trovata cadavere, incinta di un feto ancora vivo, e le ha ridato il respiro e trapiantato il cervello del neonato. Ora Bella, già cresciuta e splendida nel corpo, cresce rapidamente anche nelle facoltà mentali, imparando a camminare, parlare e, soprattutto, desiderare. A nulla vale, a questo punto, il tentativo del suo creatore di fermarla: God(win) le ha dato la vita e, con essa, il libero arbitrio.

 

Adattamento dal romanzo omonimo di Alasdair Gray del 1992, “Povere creature!” di Yorgos Lanthimos, presentato in concorso alla Mostra del cinema di Venezia, è una fiaba gotica femminista e stravagante.

Bella Baxter (Stone) torna in vita grazie a un esperimento scientifico del poco ortodosso ma brillante Dr. Goodwin Baxter (Dafoe). Novella Frankenstein, si ritrova con un corpo da adulta e una mente da bambina.

Desiderosa di imparare e di esplorare, affamata della socialità che le manca, Bella fuggirà con un avvocato dissoluto, Duncan Wedderburn (Ruffalo), e si imbarcherà in un’avventura attraverso i continenti. Difendendo l’uguaglianza e l’emancipazione.

Il film di Lanthimos sovverte le convenzioni sociali e se ne frega del perbenismo, regalando al pubblico un’esperienza visiva ed emotiva come di rado abbiamo visto al cinema in questi anni. Un’avventura a tutto tondo, che fa riflettere sul sesso, sulla natura del potere, sull’infelicità con estrema intelligenza.

La Bella Baxter della Stone – davvero straordinaria in questo ruolo! – è sfacciata, stupendamente libera di essere ciò che è, mai imprigionata da ciò che il mondo e la società vorrebbe lei fosse.

Con un’ambientazione fintamente vittoriana, impreziosita da sottigliezze surrealistiche che non fanno altro che aumentare la stranezza del tutto e che suggeriscono un mondo aperto, fuori dal luogo e dal tempo, Yorgos Lanthimos ci consegna un’opera immersiva, affascinante, irriverente, divertente e fortemente empatica. Forse la migliore della sua carriera fino a oggi.

“Povere creature” non è ancora arrivato al cinema – in Italia lo vedremo dal 25 gennaio, distribuito da Walt Disney – ma possiamo dire che è già un cult. Merito della stravagante messa in scena, dell’originalità della sceneggiatura e della sua straripante bellezza estetica e di contenuti. Un gioiellino per Venezia.

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