“Poppy Field”: un film politico che pecca in approfondimento

Eugen Jebeleanu evidenzia la scarsa apertura del governo rumeno in materia di diritti civili

Un film di Eugen Jebeleanu. Con Conrad Mericoffer, Alexandru Potocean, Radouan Leflahi (Hadi), Cendana Trifan, Ionuţ Niculae. Titolo originale: Camp de meci. Drammatico, 81′. Romania 2020

Cristi è un poliziotto rumeno che vive un’esistenza contraddittoria: lavora in un ambiente gerarchico e maschilista, ma è anche un omosessuale riservato e geloso della propria vita privata. Nei giorni in cui Hadi, il ragazzo con cui ha una relazione clandestina a distanza, viene a fargli visita dalla Francia, Cristi viene chiamato per un intervento: un gruppo nazionalista e omofobo ha interrotto una proiezione di un film a tematica omosessuale. Quando uno dei manifestanti minaccia di smascherarlo, Cristi perde il controllo.

 

Ogni giorno leggiamo, purtroppo, di casi di intolleranza e violenza verso esponenti della comunità LGBT. Uomini e donne vengono discriminati, offesi, derisi e persino privati dei propri diritti esclusivamente sulla base del proprio orientamento sessuale.

Le battaglie LGBT sono continue e legittime ancora oggi, ma paradossalmente un freno arriva dalla stessa comunità. Ancora in tanti hanno paura di esporsi e dichiararsi, sebbene abbiano una relazione stabile. Questo nascondersi è legato al timore di perdere il lavoro, il rispetto dei colleghi o peggio di venire ghettizzati.

La situazione è ancora più insostenibile nei Paesi dell’ex blocco sovietico, dove il concetto di libertà è ancora molto fumoso.

“Poppy Field” di Eugen Jebelenau, presentato in concorso al TFF 2020, affronta questa controversa tematica, attraverso la storia del poliziotto Cristi (Mericoffer) combattuto tra i sentimenti che prova per il francese Hadi e il desiderio di mantenere una mascolinità di facciata con i vicini di casa e il mondo intero.

Hadi gli rimprovera questa indecisione, il vergognarsi di essere quello che è e in ultima analisi anche di lui. La coppia vive una faticosa condizione di semi-clandestinità, che rischia di minare il loro sentimento. E la situazione precipita quando Cristi deve intervenire per sedare una manifestazione LGBT..

“Poppy Field” è un j’accuse politico del regista nei confronti del governo rumeno, sordo a qualsiasi apertura nel campo dei diritti civili.

Il film è caratterizzato da uno stile scarno, essenziale, quasi documentaristico. La scelta, però, non paga in termini di fluidità del racconto, anzi rende la visione piuttosto lenta, ripetitiva e in alcuni passaggi autoreferenziale. La pellicola scalda poco

Eugen Jebelenau non è riuscito a infondere quell’auspicabile quid artistico e creativo al progetto, limitandosi alla scarna descrizione dei fatti, e lasciando appena accennato la caratterizzazione dei personaggi. Il cast stesso, per quanto volenteroso, non si eleva sopra la sufficienza. 

“Poppy Field” è sicuramente un film coraggioso, visto nell’ambito cinematografico da cui proviene. Sarebbe stata necessaria, però, una maggiore cura stilistica nella stesura della sceneggiatura per colpire davvero il pubblico europeo, piuttosto esigente su questo tipo di film.  

 

Il biglietto da acquistare per “Poppy Field” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

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