di Francesca Raviola
Immaginate un angolo di Siria nella vecchia Istanbul, una casa ottomana trasformata in una libreria dove i rifugiati possano leggere, imparare, ma anche ritrovarsi. Questo luogo non è un sogno, esiste davvero, grazie al coraggio di Samer al-Kadri che ha fondato la Pages Bookstore and Cafe.
Kadri ha vissuto due volte sulla sua pelle la condizione di rifugiato: la prima nel 1982, quando è fuggito dalla natale Hama, in Siria, rasa al suolo nel tentativo di sedare una rivolta; la seconda nel 2012, spostandosi da Damasco – dove nel frattempo si è diplomato all’Accademia di Belle Arti e ha fondato la casa editrice Bright Fingers – a Istanbul.
È qui, nella Turchia multietnica punto d’arrivo di migliaia di profughi (attualmente i rifugiati siriani sono circa tre milioni), che un anno fa Kadri ha aperto la libreria Pages, insieme alla moglie Gulnar Hajo. Oggi, ad aiutare in negozio, c’è anche uno studente turco.
Non solo romanzi e scaffali: la coppia ha infatti dato vita a un vero e proprio centro culturale, che vorrebbe diventare un ponte tra la comunità siriana e quella turca, ma anche un’occasione per far conoscere le usanze e la lingua siriana ai visitatori stranieri.
Kadri ha capito subito l’importanza che la lingua riveste nel processo di integrazione dei rifugiati: per questo, nella sua libreria, si possono trovare testi in arabo, in turco, in inglese e anche in francese, traduzioni dei best-seller della letteratura occidentale, ma anche libri sulla storia siriana e grandi classici. “La fattoria degli animali” e “1984” di George Orwell sono tra i più letti.
Bambini e ragazzi possono sedersi nella libreria, o nella nicchia creata appositamente tra gli alberi all’esterno, e leggere tutto quello che desiderano, gratuitamente, oppure prendere un numero illimitato di libri in prestito pagando 20 lire turche (circa 6 euro). Inoltre, due sere a settimana, Gulnar disegna con i bambini e legge loro libri in arabo, perché sentano meno la mancanza di casa.
A guidare Kadri e Gulnar nel loro progetto una grande forza di volontà, ma soprattutto la convinzione di poter fare qualcosa di utile, di poter migliorare la vita di tanti rifugiati siriani attraverso un’azione concreta.
Oggi, come nelle intenzioni dei due sposi, la Pages Bookstore and Cafe è fonte di speranza per chi ha perso tutto, e per questo si distingue.