Poche sorprese e nessun errore – memorabile quello dello scorso anno, quando il cast di “La la land”, sul palco per ritirare l’Oscar per il miglior film, dovette lasciare il posto a quelli di “Moonlight”, veri vincitori -: la notte degli Oscar conferma buona parte dei pronostici della vigilia.
Guillermo Del Toro con “La forma dell’acqua” si aggiudica due dei premi più ambiti (miglior film, miglior regista), anche se c’è chi sostiene che Christopher Nolan e “Dunkirk” avrebbero meritato maggior fortuna.
Dopo 22 anni d’attesa l’inglese Gary Oldman, che ha interpretato Winston Churchill in “L’ora più buia”, vince la statuetta come miglior attore protagonista – “Ho vissuto negli Stati Uniti per molto tempo e devo ringraziare per le amicizie, la famiglia, la casa e ora un Oscar che questo paese mi ha dato” -, ma è di Frances McDormand, migliore attrice protagonista per “Tre manifesti a Ebbing, Missouri”, il discorso più imprevedibile – e più applaudito.
“Chiamami col tuo nome” di Luca Guadagnino si vede soffiare, prevedibilmente, l’Oscar per il miglior film, ma si aggiudica quello per la migliore sceneggiatura non originale, che va all’89enne James Ivory.
Quando in Italia già albeggia, si spengono le luci sul Dolby Theatre di Los Angeles e sulla 90esima cerimonia di consegna degli Oscar. Il mitico red carpet – che per l’occasione era stato circondato da una sorta di serra, per proteggerlo dalla pioggia – viene arrotolato e messo via, pronto a essere rispolverato tra dodici mesi. Al prossimo anno.
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