di Fabio Gagliandi
Nome: Riley B. King, nome d’arte B. B. King
Genere: Blues
Periodo di attività: 1949-2015
Evergreen: The thrill is gone, Whole lotta’ love, Woke up this morning, When love comes to town, Riding with the king
Il blues, musica che ti solleva da terra portandoti in cielo dove vivono gli angeli per poi lasciarti cadere nel vuoto e riprenderti soltanto a un palmo dal suolo. Il blues, angoscia pura, paura, estasi.
Il 16 settembre 1925 nasceva a Itta Bena in Mississippi Riley B. King (1925 – 2015), in arte B. B. King, chitarrista e cantante statunitense blues come pochi altri. Le sue dita sembravano volteggiare sui tasti della sua chitarra Lucille (una Gibson Custom Shop) come le ballerine dipinte da Edgar Degas. Una produzione impressionante, la sua: 70 album pubblicati di cui 41 in studio, 19 live e 10 raccolte.
King lavorò come contadino da ragazzo e affinò il suo talento canoro in chiesa, con la musica gospel. Trasferitosi a Memphis migliorò le sue doti da chitarrista grazie al cugino, Bukka White, musicista country blues. Successivamente cominciò a lavorare come disc-jokey per la Wdia, una stazione radiofonica che trasmetteva soltanto musica nera, e fu proprio in quel periodo che assunse il nome d’arte di Blues Boy, B.B.
Il numero e la levatura degli artisti che hanno suonato con lui negli anni rendono l’idea almeno un po’ del suo talento. Per citarne alcuni Muddy Waters, gli U2, Eric Clapton, Aretha Franklin, Paul Butterfield, Jerry Lee Lewis, Phil Collins, Ray Charles, Luciano Pavarotti, Elton John.
Non sorprende che in oltre 60 anni di attività B.B. King abbia vinto 14 volte il Grammy e si posizioni al sesto posto tra i chitarristi più talentuosi di sempre secondo la rivista “Rolling Stone”.