“Lost in space”: una serie sci-fi per tutta la famiglia che non decolla

Ottimi effetti visivi ma sceneggiatura scialba e personaggi abbozzati per il remake targato Netflix

Una serie ideata da Matt Sazama e Burk Sharpless. Con Toby Stephens, Molly Parker,  Maxwell Jenkins, Taylor Russell, Mina Sundwall. Sci-fi, avventura. 2018-in produzione

 

Appare sempre più evidente la strategia della piattaforma di video streaming Netflix nel lancio e nella produzione di nuove serie tv: arrivare a coinvolgere il maggior numero di fasce di pubblico possibile.

Con “Lost in space”, serie in 10 episodi remake dell’omonima serie tv del 1965, ideata e sceneggiata da Matt Sazama e Burk Sharpless, ci si rivolge al grande pubblico, alle famiglie, attraverso una narrazione semplice e accessibile che affronta però tematiche complesse.

La famiglia Robinson – i genitori John (Toby Stephens) e Maureen (Molly Parker) e i tre figli, Judy (Taylor Russell), Penny (Mina Sundwall) e Will (Max Jenkins) – ha deciso di lasciare la Terra, in forte decadimento ambientale, per cercare di raggiungere Alpha Centauri con una missione di colonizzazione. È un nuovo inizio.

Durante il viaggio, però, la spedizione è costretta ad atterrare su un pianeta sconosciuto – che ricorda, per atmosfera, quella del primo “Jurassic Park” – in seguito a un incidente. Qui i Robinson entrano in contatto con una strana creatura che sembra nascondere – o non ricordare – un evento terribile.

La relazione con il robot attiva delle dinamiche intriganti, ma queste da sole non bastano per dare della prima stagione di “Lost in space” un giudizio positivo. La sceneggiatura, infatti, risulta davvero scialba, la messa in scena efficace ma scolastica. I personaggi, solamente abbozzati, sembrano andare avanti a furia di forzature e ingenuità.

Si salvano dal disastro gli effetti visivi, ottimi, e la messa in scena, basica ma d’impatto.

Eravamo partiti parlando del pubblico. In questo caso, l’obiettivo di raccontare una storia adulta ma formativa rivolgendosi a tutta la famiglia – idealmente buono – risulta troppo pretenzioso. “Lost in space” non è un completo fallimento, ma poco ci manca. Di serie sci-fi con ambientazione spaziale se ne trovano a decine di migliori.

 

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