“LORO 1”: un’opera che provoca ribrezzo per il mondo che rappresenta

Paolo Sorrentino torna alle origini, a un cinema fatto di sguardi e frasi lapidarie, tutte da interpretare

di Concetta Piro

 

Un film di Paolo Sorrentino. Con Toni Servillo, Elena Sofia Ricci, Riccardo Scamarcio, Kasia Smutniak, Euridice Axen. Biografico, 104′. Italia, 2018

Faccendieri ambiziosi e imprenditori rampanti, cortigiane – vergini per niente candide che si offrono al drago, addestrate da molti anni di pubblicità sessiste e trasmissioni strillate – , politici corrotti, giullari, acrobate: è il circo che sta intorno a Silvio Berlusconi, nella “rielaborazione e reinterpretazione a fini artistici” messa in scena da Paolo Sorrentino.

 

Ribrezzo, poi disgusto. Sono queste le prime due reazioni che si provano guardando “LORO 1”, il nuovo, controverso film di Paolo Sorrentino che, dopo “Il Divo”, ha deciso di puntare i riflettori su un altro personaggio da novanta della politica italiana degli ultimi trent’anni, Silvio Berlusconi.

Sia chiaro, il disgusto non è generato dal lavoro di Sorrentino che, anzi, sembra trovare la sua massima espressione proprio attraverso i “tempi lunghi” che solo una pellicola di oltre quattro ore può garantire, quanto piuttosto dall’argomento trattato, dalla rappresentazione della donna che emerge dal film – e che riflette la situazione reale? Donne oggetto, usate per il mero piacere maschile. Donne seduttrici, incantatrici e pronte a essere manovrate pur di raggiungere la notorietà.

La prima parte di questa prima parte – “LORO 2” arriverà nelle sale italiane il 10 maggio – si concentra sulla ragnatela che Sergio, un mai troppo convincente Riccardo Scamarcio, tesse senza sosta pur di incontrare LUI, cercando di farsi spazio tra tutti i LORO che tramano nell’ombra per guadagnarsi il loro posto al solo.

Nella seconda parte, invece, entra in scena lui lui, l’ex Presidente, un peccatore che allontana le tentazioni e cerca di non cedervi ancora, nonostante siano sempre lì, sempre a portata di mano; un uomo che prova a redimersi attraverso l’amore di un già troppo ambizioso nipote.

A dar volto, voce, corpo e sembianze, andatura compresa, al personaggio è Toni Servillo. Pupillo di Sorrentino da sempre, interpreta il ruolo senza esitazioni, indossando una maschera che sembra calzargli a pennello, tra vezzi e smorfie (talvolta troppo accentuate). la sua prova è talmente convincente che in futuro sarà difficile, per il pubblico, non associare al nome di Berlusconi il plastico volto dell’attore.

Menzione speciale anche per Elena Sofia Ricci che incarna Veronica Lario, rendendola più vera e più intensamente donna, una donna delusa dall’uomo amato che non la rispetta, pur volendo riconquistarla. La Ricci si immedesima con la mente che plasma poi il corpo e il volto che guardiamo e la simbiosi sembra all’occhio quasi perfetta.

Che Paolo Sorrentino non fosse un regista per tutti lo avevamo già capito in tempi non sospetti. Le sue inquadrature artistiche, l’utilizzo particolare della fotografia e delle musiche creano una messa in scena unica nel suo genere, danno ai film un marchio di fabbrica che è soltanto suo. Con “LORO 1” il regista sembra voler tornare alle origini, a un cinema fatto di sguardi e frasi lapidarie.

E se la scena della festa in piscina organizzata da Sergio richiama parecchio “The wolf of Wall Street” di Martin Scorsese – segno che Sorrentino continua a provarle tutte pur di piacere al pubblico d’oltreoceano – per gli italiani il regista e il suo modo di fare cinema sono già cult di per sé.

 

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