“London in love”: l’esordio romantico e divertente di Melinda Miller

Un lui e una lei si incontrano, si scontrano, si odiano al primo sguardo, poi finiscono per innamorarsi

Partiamo da un fatto: scrivere un romanzo sentimentale che sia davvero divertente e non faccia soltanto il verso a chi, dello stile ironico e dissacrante, ha fatto un po’ un marchio di fabbrica – Sophie Kinsella, per fare soltanto un nome -, non è una cosa semplice.

Far sorridere il lettore è una vera impresa, soprattutto se si vuole farlo raccontando la storia di una coppia che si forma. Perché il rischio di ripetere parole o situazioni già viste è sempre dietro l’angolo.

Ed è per questo, prima di tutto, che “London in love” è una sorpresa piacevolissima: perché i due autori che si nascondono dietro lo pseudonimo Melinda Miller riescono a far divertire chi legge, proponendogli una serie di personaggi e di momenti che, se sono già visti, hanno anche abbastanza dettagli unici da non risultare copiature.

Una lettura piacevole per la storia raccontata, ma anche per lo stile usato. Il libro è scritto molto bene, con una prosa scorrevole e spumeggiante che conquista. Se si pensa che questa è la prima prova di questo duo, non si può non apprezzare il loro modo di mettere nero su bianco emozioni, descrizioni, sentimenti.

Il fatto poi che tutto venga raccontato alternando i punti di vista – di lei e di lui – non risulta pesante, già visto, ma al contrario arricchisce il racconto. È piacevole vedere come le storie di Lisa e Michele scorrano indipendentemente l’una dall’altra, vite normali, come quelle di qualsiasi trentenne di oggi, e come poi arrivino a incontrarsi, annodarsi, fondersi.

Spesso quello che difetta nei romanzi rosa o cick lit è la “trama orizzontale”, le storie e i personaggi secondari. I protagonisti sono descritti a tutto tondo e hanno un buon fondamento, ma quando poi si allarga lo spettro di osservazione… arrivederci sfaccettature. Invece qui possiamo dire che tutto è perfetto.

Non sono solo le vicende di Michele e Lisa a far sorridere ed emozionare, ma anche quelle dei colleghi di lavoro di lui, della fidanzata, della datrice di lavoro Beth, di Palmer, di Paola. Tutti i personaggi sono ben caratterizzati, credibili, vividi. Londra prende vita attraverso le azioni di tutti, e tanti piccoli dettagli contribuiscono alla riuscita del romanzo.

L’unica pecca, forse, è il finale. Dopo che Marta ha scoperto Lisa e Michele a colazione insieme le cose precipitano e si riprendono a una velocità impressionante. Lisa, convinta di aver perso Michele (che poi, tra i due non c’è stato niente di niente, quindi anche il fatto che lei sia innamorata e lui, come vedremo poi, pure, è un po’ strano), pensa di rifare le valige a tornare a Milano con la coda tra le gambe. Di Michele non sappiamo niente fino a che lui non le fa la sorpresa nel parco e tutti vissero felici e contenti.

Dopo una storia così frizzante e divertente mi sarebbe piaciuta una conclusione più particolareggiata. Intanto capire come si è conclusa la storia tra Michele e Marta, dettaglio che invece resta lì sospeso. E poi come lui lascia il lavoro. E magari come loro stanno insieme. Invece il punto viene messo quando ancora ci sarebbero molte cose da dire… peccato!

 

Melinda Miller è in realtà uno pseudonimo, dietro cui si nascondono non uno ma due autori. Un uomo e una donna, italianissimi, che come Michele e Lisa si sono incontrati/scontrati in aeroporto e poi si sono innamorati. Se volete conoscere meglio la loro storia e la genesi di questo esilarante e dolcissimo romanzo, leggete l’intervista doppia su Parole a Colori.

 

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