“Lego Ninjago – Il film”: famiglia e responsabilità nel nuovo capitolo della serie

Le colpe dei padri devono ricadere sui figli? Oppure no? Animazione, divertimento e quesiti etici per grandi e piccini

Un film di Charlie Bean, Paul Fisher, Bob Logan. Con Jackie Chan, James Franco, Justin Theroux, Fred Armisen. Animazione, 101′. USA, 2017

La città di Ninjago deve resistere ai continui assalti di Lord Garmadon e del suo esercito di squali. A salvarla ogni volta sono cinque ninja, il leader dei quali, Lloyd, non è altri che il figlio di Garmadon. Sarà proprio il rapporto irrisolto tra i due a decretare il trionfo di quest’ultimo, nell’ora più oscura per Ninjago.

 

Il Dio del Vecchio Testamento è un Dio duro, severo al limite della crudeltà, che spinge Abramo a sacrificare il figlio Isacco – salvo poi deviare la lama – e lascia intendere che le colpe dei genitori ricadranno sulla prole.

Il Nuovo Testamento mitiga questa rappresentazione del divino, attraverso parole e insegnamenti che lasciano maggior spazio alla speranza e alla responsabilità individuale. È la persona che commette un peccato o un crimine a dover scontare le conseguenze delle sue azioni, non certo la sua famiglia.

Se il Dio dei Vangeli dimostra lungimiranza e fiducia nell’umanità, sono gli uomini stessi, molte volte, a mostrarsi ottusi e retrogradi. Ma insomma, è giusto o no che un figlio innocente paghi per le colpe del padre, anche se il padre in questione è uno dei più grandi criminali della storia?

State tranquilli, cari lettori, non avete sbagliato a cliccare, state leggendo davvero la recensione su “Lego Ninjago – Il film”, ultimo capitolo in ordine di tempo dell’amata saga.

Non fatevi spaventare dal tenore delle tematiche a cui abbiamo accennato – religione, etica, problemi social assortiti – perché ancora una volta i bravi sceneggiatori della Lego sono stati capaci di firmare una storia profonda, delicata e potente, utilizzando però un linguaggio semplice, lineare, chiaro, ironico e soprattutto comprensibile per il giovane pubblico.

“Lego Ninjago – Il film” è godibile, colorato, allegro, politicamente corretto, cattura l’attenzione e la curiosità dei bambini, sebbene – da adulto – possa dire che altri film di questo genere mi abbiano colpito di più per stile, regia e uso degli effetti speciali.

Quella che incuriosisce maggiormente è la figura di Garmadon, perfido Signore della guerra desideroso di conquistare la città di Ninjago che nell’arco della storia va incontro a una profonda trasformazione emotiva ed esistenziale.

Se all’inizio, infatti, viene percepito dagli altri personaggi come La Persona più Cattivo che Esista, mano a mano che la storia procede si trasforma in una sorta di Innominato manzoniano o se preferite di Dart Fener, arrivando a capire che la sua unica missione è essere un padre più presente nella vita del figlio Lloyd.

Anche Lloyd, capo dei cinque ninja, è una figura in evoluzione, in cui il giovane pubblico potrà immedesimarsi. Cresciuto dalla mamma, pronto a mettersi in gioco con coraggio per difendere la sua casa, compirà il passaggio da ragazzo a uomo solo quando capirà che talvolta la soluzione ai problemi si trova dentro di noi.

Come indica il finale, forse un po’ troppo buonista anche per un film d’animazione, è nel perdono e nella capacità di essere un collante che tiene insieme gli amici e la famiglia che stanno le doti più importanti per un essere umano – sì, anche giovane e composto da mattoncini Lego.

 

Il biglietto da acquistare per “Lego Ninjago – Il film” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio (con riserva). Ridotto. Sempre. 

 

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