ACCURATO. RICCO. AVVINCENTE
L’Epoca Classica (499 a.C. – 323 a.C.) è forse il periodo più straordinario della storia dell’umanità. Nell’arco di pochi anni, quasi avessero ricevuto un’illuminazione improvvisa, i greci posero buona parte delle fondamenta della nostra civiltà. La medicina divenne una scienza per mano di Ippocrate; furono erette alcune delle costruzioni più importanti dell’architettura universale, come il Partenone dell’Acropoli di Atene; nel campo della scultura apparvero geni del livello di Fidia e Mirone, le cui statue sarebbero poi diventate modello da imitare per gli artisti romani e del Rinascimento. Per quanto riguarda la letteratura nacquero il teatro e i grandi autori destinati a una fama eterna: Eschilo, Sofocle, Euripide e Aristofane. Quanto alla politica, i greci sorpresero il mondo elaborando un sistema di governo che nessun popolo aveva conosciuto sino ad allora: la democrazia.
Atene fu il centro artistico e intellettuale dell’Epoca Classica. Qui vissero i più importanti filosofi di tutti i tempi, le cui idee avrebbero dominato la storia del pensiero per i duemila anni successivi: Socrate, il suo discepolo Platone e il discepolo di questi, Aristotele.
La scelta di ambientare un romanzo nella Grecia classica è meno scontata di quanto si potrebbe immaginare. Infatti, per quanto il periodo offra spunti, personaggi e storie a non finire (Pericle, Alcibiade, Temistocle, Leonida vi suggeriscono niente?), è stato usato come ambientazione molto meno di tanti altri – il Rinascimento italiano o l’Inghilterra dei Tudor, per fare solo due esempi.
“L’assassinio di Socrate” di Marcos Chicot, edito da Salani, ha il grande pregio di portare il lettore indietro nel tempo, grazie a un lavoro di documentazione e studio accuratissimo che ha permesso all’autore di ricostruire sulla pagina non solo una vicenda, ma un modo di vivere e di pensare.
Si spazia dagli aspetti più macroscopici della vita dell’epoca – il funzionamento della democrazia ateniese e della sua Assemblea, la vita nella rigida Sparta, l’attività dei ceramisti e dei filosofi, i matrimoni e le esequie dei morti – a quelli più piccoli – la cottura dei vasi, la preparazione del cibo, il modo di acconciare i capelli delle donne.
I personaggi prendono vita a 360°, non solo con le loro azioni, ma con i loro sentimenti, le idee, le credenze, i piccoli e per certi versi insignificanti gesti della vita di tutti i giorni.
L’ambientazione, insomma, è magnifica, accurata, profonda. Ovunque si spinga lo sguardo si vedono solo dettagli perfettamente cesellati, particolari che – come ha scritto lo stesso Chicot nelle note conclusive – “danno la possibilità al lettore di costruirsi un’idea completa di quel mondo, della Grecia Classica e di Socrate, non offrono solo una scenegrafia attendibile in cui collocare il romanzo”.
Ma questo non è un saggio oppure un’opera di storiografia, è un romanzo, appunto, quindi è anche dell’intreccio e degli aspetti fittizi che dobbiamo parlare – per quanto, come ogni amante del genere sa fin troppo bene, è proprio nella maestria di mescolare realtà e finzione che si contraddistingue il grande scrittore da quello mediocre.
Il titolo del libro, non solo quando si arriva alla fine, ma anche durante la lettura, appare subito fuorviante o per lo meno riduttivo. Se è vero che il filosofo Socrate ricopre un ruolo di spicco nella storia, di maggior rilievo – e interesse – sono le vicende del vasaio Eurimaco e del figlio Perseo ad Atene, da un lato, e di Deianira, del marito Aristone e dei figli, a Sparta, dall’altro.
Due nuclei familiari apparentemente distinti ed estranei, che in realtà condividono molto. I loro destini si intrecceranno, anche sull’onda della Guerra del Peloponneso, che vede scontrarsi con le rispettive colazioni quelle che erano, a tutti gli effetti, le due maxi-potenze dell’epoca.
La storia è avvincente, variata nell’ambientazione e abbastanza intricata e ricca da far dimenticare che, essendo costruita su fatti realmente accaduti, basterebbe un giro online per sapere com’è andata davvero e chi ha vinto.
Ma le sorti della contesa – e di Socrate stesso, tornando al titolo – passano quasi in secondo piano, perché qui ciò che conta è il destino dei protagonisti, del giovane Perseo dagli occhi chiarissimi, di Cassandra, che sogna di essere una donna che parla con gli uomini e non una figura di secondo piano come prevedeva la società dell’epoca. Di Deianira, anche, costretta a sposare il fratello del primo marito e a sopportare violenze e soprusi, ma mai piegata nello spirito.
Tra battaglie, assassinii, oracoli, processi e nascite, questo libro vi porterà indietro nel tempo e nello spazio, verso un passato lontano, ma mai davvero dimenticato.
SCONSIGLIATO. PUNTO DI DOMANDA. Nì. CONSIGLIATO. IMPERDIBILE.