Un film di Stefano Mordini. Con Stefano Accorsi, Valeria Golino, Serena Rossi, Maya Sansa.
Drammatico, 98′. Italia 2020
Marco e Clara erano una coppia felice il giorno in cui si sono trasferiti con il loro figlioletto Leo in una bella casa veneziana con una caratteristica incantevole: una delle stanze si trasforma in una camera oscura che proietta sule pareti le immagini fluttuanti del Canal Grande. Purtroppo però quella casa si trasforma in un luogo davvero buio quando Leo muore a soli cinque anni. Passa il tempo e Marco, divorziato da Clara e trasferitosi in una nuova casa, ha ritrovato una misura di serenità con Anita, che aspetta un figlio da lui. Ma una misteriosa imprenditrice, Perla Gallo, avvicina l’uomo per dirgli che ha comprato la sua vecchia casa e che suo figlio avverte la presenza di Leo nella sua stanza. Da lì per Marco e Clara inizia la ricerca di una verità seppellita nella memoria.
Lasciami andare: mai titolo fu più azzeccato nell’esprimere efficacemente il desiderio dello spettatore alla fine della proiezione del film di Stefano Mordini!
Peggiore chiusura per Venezia 77 davvero non poteva esserci. Il direttore Barbera e la sua squadra ci hanno regalato, all’ultima curva di questa edizione coraggiosa e santificata, lo “Spira mirabilis” 2020.
Non ho letto “You came back” di Christopher Coake da cui è tratto il film, ma fossi nei panni dell’autore sarei già alla ricerca di buon avvocato per chiedere i danni. Le possibilità sono due: o quello di Coake è un pessimo libro inspiegabilmente divenuto un bestseller, e non sarebbe una novità assoluta nel panorama editoriale, oppure gli sceneggiatori hanno stravolto troppo il materiale di partenza, nel tentativo di lasciare la propria impronta.
“Lasciami andare” avrebbe dovuto essere un noir paranormale-esistenziale incentrato sulla tragica scomparsa del figlio di Marco (Accorsi) e Clara (Sansa) e sulle sue conseguenze sulla vita dei genitori, ma in concreto ci si trova davanti un brutto e inverosimile mix tra “Interstellar” e “The others” che fa ridere più che emozionare.
I personaggi sono presentati male e sviluppati peggio. Dispiace per il prestigioso cast, ma dal naufragio non si salva nessuno, forse solo Serena Rossi in un paio di scene.
Tutto rimane appena abbozzato. Nella seconda parte, il film vira dal paranormale verso una sorta di riscrittura de “La Stangata”, che si rivela comunque insostenibile sotto ogni aspetto.
L’unico merito che mi sento di riconoscere a “Lasciami andare” è quello di essere ambientato a Venezia, e di regalare quindi a chi guarda scorci meravigliosi. Per il resto, disastro.