“La vita bugiarda degli adulti”: recensione del libro di Elena Ferrante

Edizioni e/o pubblica il nuovo romanzo dell'autrice, ambientato ancora una volta a Napoli

Dopo la quadrilogia dell’Amica geniale, un successo letterario senza precedenti, con oltre 12 milioni di copie vendute nel mondo, che è diventata anche una serie tv, Elena Ferrante è tornata in libreria il 7 novembre con un nuovo appassionante romanzo, La vita bugiarda degli adulti, edito da E/O.

Ambientato a Napoli, il libro riecheggia la storia che da dato il successo alla Ferrante, ma questa volta siamo in una casa borghese del Rione Alto, quella di una coppia di intellettuali di sinistra, all’inizio degli anni ’90.

Giovanna ha 12 anni, va bene a scuola ed è molto legata ad Angela e Ida, figlie di una coppia di amici di famiglia. Tutto sembra scorrere secondo “le regole”, fin quando un giorno Giovanna sente una discussione tra i genitori, al termine della quale suo padre dice alla che la figlia sta diventando molto brutta, con un viso che ricorda sempre più quello di sua sorella Vittoria.

È questo l’incipit di una storia che si snoda tra la Napoli del Vomero e i quartieri periferici della zona industriale, tra una famiglia perbene e la zia Vittoria, una donna dura, verace, sboccata, che “fa i servizi” in casa dei signori, che non si è emancipata studiando, come invece ha fatto il fratello.

Dall’incontro con la zia Vittoria, questa figura abietta agli occhi del padre, zitella ma ancora innamorata di Enzo – un uomo sposato con tre figli, morto da anni – di cui frequenta assiduamente la famiglia, che Giovanna finisce in un intreccio di storie e personaggi, mentre la sua vita, tra alti e bassi, prende una nuova piega e lei cerca la sua strada verso l’età adulta.

Ed è in questo viaggio che Giovanna scoprirà quanto la Napoli borghese del Vomero nasconda un altro volto, falso e volgare; di quanto anche gli adulti mentano, soprattutto quando dicono di volerti bene; e di come il sesso sia molto diverso da quel che le è stato raccontato.

Questo viaggio puntellato di incertezze, fragilità, cadute e risalite tipiche dell’età di transizione tra i 12 e i 16 anni – la bocciatura a scuola, ad esempio, poi un rinnovato interesse verso lo studio – insegna a Giovanna a rimanere a galla, nonostante tutto.

La vita bugiarda degli adulti” è un romanzo potente, con una voce narrante, quella della protagonista, che ci porta avanti e indietro nel tempo e nella narrazione, alla sua infanzia costellata di visite ai “nonni del Museo”, i parenti materni, e persino alla giovinezza dei suoi genitori, allora felici, di cui restano solo alcune foto sbiadite in una scatola di latta.

 

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