“La Sposa”: al via su Rai1 la miniserie in sei episodi con Serena Rossi

Una fiction tradizionale e classico nello stile di racconto ambientata nell'Italia degli anni '60

Una miniserie diretta da Giacomo Campiotti. Con Serena Rossi, Giorgio Marchesi, Maurizio Donadoni, Mario Sgueglia, Anronio Nicolai, Claudia Marchiori. Drammatico. Italia, 2022

 

Da questa sera, domenica 16 gennaio, e per tre prime serate, Serena Rossi torna protagonista della fiction di Rai1 con “La Sposa” diretta da Giacomo Campiotti. Una storia ambientata alla fine degli anni ‘60 che affronta tematiche attualissime come l’emancipazione femminile, la parità di genere e il rispetto delle differenze socio-culturali.

Maria (Rossi) è una giovane donna calabrese che, per salvare la famiglia dall’indigenza, decide di accettare il matrimonio per procura voluto dal rude agricoltore vicentino Vittorio Bassi (Donadoni). Giunta all’altare, però, scopre che non sposerà Vittorio ma suo nipote Italo (Marchesi), che non ha mai visto.

Arrivata al Nord, Maria deve fare i conti con una realtà dove il suo essere donna e meridionale sono fortemente osteggiati, con la durezza del lavoro nei campi e soprattutto con l’atteggiamento scostante di Italo, ancora sconvolto dalla misteriosa scomparsa della prima moglie Giorgia, di cui è ritenuto responsabile dai compaesani.

Melodramma popolare a cui fanno da sfondo il mondo contadino ancora legato a valori come il rispetto, la fatica e il senso del dovere ma anche l’Italia degli anni ‘60 che sta iniziando a modernizzarsi e a cambiare, “La Sposa” ha come protagonista una figura femminile coraggiosa e forte, un esempio di tenacia e riscatto sociale.

Campiotti dirige una fiction molto tradizionale e classica nei toni e nell’impostazione, davvero lontana dalle sperimentazioni che ultimamente siamo abituati a vedere anche in Rai.

Lodevole l’idea di mostrare i passi avanti che sono stati fatti nel campo dell’emancipazione femminile – e quelli che ancora ci sono da fare! – attraverso la storia di un personaggio forte come quello di Maria. Perché il racconto del passato è da sempre un ottimo strumento per parlare, anche, del presente.

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