Un film di Rolando Ravello. Con Corrado Guzzanti, Lucia Mascino, Kasia Smutniak, Serra Yilmaz, Valerio Aprea. Commedia, 77′. Italia 2018
È un normalissimo giorno di scuola, poco prima delle vacanze di Natale, e tutti sono in fermento per la recita imminente. Un bambino, intento a giocare con gli altri nel cortile della scuola, lancia una pietra rompendo una finestra e ferendo lievemente il bidello. Si tratta di un bimbo musulmano e l’accaduto darà vita a un dibattito, ricco di colpi di scena, che vedrà protagonisti il preside, la maestra, il bidello e sua moglie e naturalmente la mamma del bambino, insieme a sua suocera. Una commedia corale in cui i personaggi dalle diverse sfaccettature si ritroveranno loro malgrado a risolvere un “piccolo” problema dal quale scaturiranno reazioni inaspettate. Riuscirà il preside a portare in scena la recita di Natale a cui tanto sembra tenere nonostante l’imprevisto sopraggiunto?
Durante la ricreazione di un normale giorno di scuola prima delle vacanze di Natale, un bimbo raccoglie in cortile una pietra e la scaglia contro una vetrata della sua scuola. Questa si infrange e la pietra colpisce i due bidelli, marito (Aprea) e moglie (Forte), in testa.
Il preside (Guizzanti), preoccupato per la recita imminente, è devastato dalla notizia: quello che è successo toglierà tempo ai preparativi! Per questo convoca a scuola i genitori del bimbo, musulmano. Arrivano la mamma (Smutniak) e la nonna (Yilmaz), due donne dal carattere forte, intransigente e puntiglioso; i bidelli feriti tornano. Inizia così un lungo confronto, mediato dalla presenza della professoressa (Mascino) che ha assistito al fatto…
“La prima pietra” di Rolando Ravello è una commedia corale, dai risvolti inaspettati e comici, impacciati ma spesso esilaranti, un film leggero ma impegnato. I temi affrontati spingono il pubblico alla riflessione e la semplicità della vicenda non è sinonimo di banalità.
Semplice è il fluire della giornata all’interno della scuola, non percepito come qualcosa di forzato ma lineare, che ben bilancia situazioni delicate con una buona dose di ironia e un massiccio ricorso al cinismo, come ultima risorsa.
Il cast d’eccezione, capitanato da Corrado Guzzanti, dimostra di avere spalle larghe e abbastanza esperienza per reggere una sceneggiatura brillante ma tutto sommato statica, incentrtata proprio sui personaggi, le loro emozioni e decisioni.
La regia di Rovello riesce a gestire bene questo racconto corale, dando il giusto spazio ai personaggi, con risvolti intriganti e non prevedibili.
Il messaggio conclusivo del film è un invito a riflettere, come se la pietra – con l’eco del biblico “chi è senza peccato” – fosse messa in mano a ognuno di noi. E noi restiamo lì a guardarla, titubanti, indecisi.