Un film di Sandra Vannucchi. Con Donatella Finocchiaro, Filippo Nigro, Lisa Ruth Andreozzi, Madellena Halilovic, Andrea Atzei. Drammatico, 80′. Svizzera, Italia 2017
Una ragazzina di undici anni di nome Silvia vive schiacciata dalla depressione clinica della madre. Quando capisce che nessuno potrà aiutarla a esaudire il sogno di visitare Roma, Silvia scappa con l’intenzione di vedere la città da sola. Sul treno incontra Emina, una ragazza rom, e decide di seguirla per le strade della capitale.
Quante volte, da bambini, arrabbiati con i nostri genitori abbiamo pensato di scappare di casa o desiderato di poter cambiare famiglia? Quante volte, da adolescenti, abbiamo fantasticato di lasciarci tutto alle spalle per vivere una vita o quanto meno una giornata memorabile, lontani dai rimproveri di mamma e papà?
Visto quanto possano rivelarsi precari gli equilibri familiari, potremmo andare avanti all’infinito con questo elenco di “quante volte”.
“La fuga”, opera prima di Sandra Vannucchi, racconta in modo semplice, sincero ma incisivo il disagio vissuto dalla protagonista Silvia (Andreozzi) davanti allo stato depressivo cronico della Giulia (Finocchiaro). Silvia è una ragazzina tranquilla, giudiziosa, studiosa, ma è pur sempre una ragazzina che vorrebbe essere amata, coccolata e seguita dai genitori.
Il film racconta altresì la storia di un’inaspettata, sincera e profonda amicizia, quella tra Silvia e la coetanea Emina (Amatovic), di etnia rom. Questo permette allo spettatore di conoscere meglio una realtà discussa come quella dei rom a Roma, attraverso lo sguardo ingenuo e libero da pregiudizi della protagonista.
Nonostante “La fuga” sia una pellicola low budget, spicca per la qualità della scrittura, per la ricchezza emozionale trasmessa attraverso una struttura narrativa puntuale, funzionale quanto avvolgente, e per la bravura del cast.
Il film è un mix riuscoto di esperienza e freschezza attoriale che Sandra Vannuchi ha dimostrato di saper gestire con talento. Se la presenza di Donatella Finocchiaro e Filippo Nigro garantiscono esperienza, carisma, duttilità, non si può non sottolineare il lavoro delle giovani Lisa Ruth Andreozzi e Madellena Halilovic, fondamentali per la buona riuscita del progetto.
La Vannucchi, ufficialmente esordiente nella direzione di un lungometraggio, dimostra di possedere personalità ed esperienza, uno stile asciutto, realistico e pulito che trasmette allo spettatore da una parte sincere emozioni, dall’altra stimola la riflessione su due tematiche delicatissime come la depressione e il mondo rom.
“La fuga” è una pellicola decisamente consigliata, non soltanto per la qualità del racconto e della recitazione, ma per la sua capacità di trasmettere preziosi insegnamenti ai genitori su come rapportarsi coi figli. Perché ai giovani non deve servire una fuga, per farsi ascoltare.