“La città fra le nuvole”: recensione del romanzo di Anthony Doerr

Un romanzo poliedrico e sfaccettato, che mescola tre piani temporali e tantissime storie

Se in questi anni avete letto le mie recensioni saprete che, tra le tipologie di romanzi che amo particolarmente, rientrano a pieno titolo quelli metaletterarie, che parlano di libri intrecciando più storie, personaggi, epoche. Per questo quando ho letto la trama di La città fra le nuvole” di Anthony Doerr, edito da Rizzoli, mi sono gettata con entusiasmo nella lettura.

Costantinopoli, 1453. Sulla città sotto assedio si abbatte la violenza dell’esercito ottomano. All’interno delle mura, la dodicenne Anna abita in una casa di ricamatrici, trabocca di curiosità e, da quando ha trovato l’antico libro greco che racconta di Ètone, legge alla sorella malata le avventure dell’umile pastore dell’Arcadia che sogna di trasformarsi in un uccello per raggiungere un’utopica città nel cielo.

Secoli dopo, in una biblioteca nell’Idaho dei nostri giorni, l’anziano Zeno placa i suoi fantasmi allestendo con cinque bimbi delle elementari una trasposizione teatrale del mito di Ètone; ancora non sa che il diciassettenne Seymour, che parla con i gufi, sta mettendo a repentaglio le loro vite.

Anche Konstance, in un futuro lontanissimo, legge. Non ha mai visto la Terra, ha quattordici anni e da sempre è in viaggio su un’astronave, con altre ottantacinque persone, alla ricerca di un pianeta extrasolare su cui vivere. Mentre sfreccia in un vuoto freddo e silenzioso, davanti a sé ha un rompicapo: più di cento ritagli di carta con sopra delle parole.

Costantinopoli, 20 febbraio 2020, Ètone… Tre piani temporali, tre orbite a distanze diverse da un comune centro di gravità. Su ciascun piano, dei tenaci sognatori; il centro che li tiene legati a sé e ne determina le traiettorie è un libro eterno, modello di utopia e immaginazione.

La città fra le nuvole” è sicuramente un romanzo affascinante, con la sua giustapposizione di storie e piani temporali, un romanzo a suo modo misterioso e capace di coinvolgere. Il suo unico limite, per come l’ho visto io, è la lunghezza, eccessiva.

Anthony Doerr parte bene, raccontandoci di Anna e della presa di Costantinopoli nel XV secolo, dell’anziano Zeno impegnato ad allestire uno spettacolo in biblioteca con cinque bambini nel 2020, di Konstance in viaggio su un’astronave verso una “nuova Terra” nel futuro.

Parte bene, ma poi a mio avviso si lascia prendere un po’ la mano, aggiungendo e aggiungendo senza capire quando è il momento giusto per mettere un punto e finendo così per stancare leggermente il lettore. 

La cosa singolare è che, per assurdo, le parti finali sono scarne, persino sbrigative – dopo la fuga da Costantinopoli conquistata, ad esempio, la vita di Anna fino alla morte occupa appena una decina di pagine – e lasciano quasi l’amaro in bocca, come se ai personaggi non fosse stato modo di congedarsi in modo adeguato, dopo tanto tempo trascorso insieme. 

Ecco, diciamo che in certi passaggi la storia gira un po’ in tondo, si avvolge su se stessa senza fare veri passi avanti. Poi, quando riparte, arriva alla sua conclusione dritta e spedita, persino troppo! 

Al di là di questo, “La città fra le nuvole” è un romanzo ricco di spunti, che mescola con maestria ricostruzione storica, racconto del presente e riflessione sul futuro. Un romanzo che parla di ecologia, di famiglia, di amore, ma soprattutto di libri. Di come questi possano resistere all’usura del tempo, alla caduta di imperi e alla fine di epoche ma, soprattutto, possano cambiarci la vita. 

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