Avevo grandi aspettative su “La chimera di Praga” di Laini Taylor, che Fazi editore ha riportato in libreria a 10 anni dalla prima pubblicazione, in una nuova veste grafica – che vale il prezzo del biglietto già solo per le copertine, veramente incantevoli.
Grandi aspettative, dicevo, ma anche grandi timori. Gli altri due romanzi dell’autrice che ho letto, “Il sognatore” e “La musa degli incubi“, infatti, mi avevano convinta a tratti, un po’ troppo cervellotici e complessi per i miei gusti.
Un amore contrastato alla Romeo e Giulietta, creature mitologiche in guerra da secoli, Praga… gli elementi per un grande fantasy c’erano tutti. La Taylor sarebbe stata capace di gestirli al meglio, e magari di farlo con uno stile godibile? Ebbene la risposta è sì. Nonostante partissi titubante, ho trovato “La chimera di Praga” bellissimo e ho fatto carte false per procurarmi gli altri due capitoli della trilogia non solo in formato digitale, per poterli portare con me in vacanza.
Un fantasy dalle ambientazioni incredibili, che mescola mitologie antiche con spunti urban e contemporanei. Nonostante la multiformità del suo immaginario, ho trovato che l’autrice sia stata molto brava a gestire gli elementi, dando vita a una storia scorrevole, emozionante ma mai fuori fuoco. Si passa dai vicoli di una Praga “normale” ai cieli di un mondo altro, e nonostante questo c’è grande coerenza.

Certo, questo primo capitolo della trilogia è piuttosto introduttivo, nel senso che di azione vera e propria non è che proprio ne vediamo tantissima. O meglio, dell’azione c’è, ma è ambientata nel passato, riguarda la vita di Akiva e il suo incontro con la chimera Madrigal. Per il resto, Karou viene tagliata fuori dal mondo che ha sempre conosciuto e si mette alla ricerca della sua famiglia… ma fino all’ultimo non la vediamo neppure partire.
Ci si sente come sull’orlo di un precipizio: le cose stanno per mettersi in moto, i segreti per essere svelati (alcuni, in effetti, vengono svelati già in questo libro), ma per l’effettivo movimento bisogna aspettare il secondo libro, “La città di sabbia“.
Nonostante la presenza dei classici elementi del teen drama, non ho trovato neppure il rapporto tra Karou e Akiva così melenso o banale, come invece hanno sottolineato altri lettori online. Certo, la storia è sempre quella – lui si innamora di lei, lei si innamora di lui – ma alla fine l’amore quello è, non è che ci possano essere grandissime variazioni sul tema. Ma c’è qualcosa nello stile della Taylor qui, un modo schietto e potente di raccontare le cose, che finiscono per conquistarti e farti piacere tutto. Per me, almeno, è stato così.