“La casa di famiglia”: l’opera prima del regista teatrale Augusto Fornari

Una commedia dal ritmo allegro e vivace, che si regge soprattutto su un cast bene assortito e pimpante

di Alberto Leali

 

Un film di Augusto Fornari. Con Lino Guanciale, Stefano Fresi, Libero de Rienzo, Matilde Gioli, Luigi Diberti. Commedia, 90’. Italia, 2017

Data di uscita italiana: 16 novembre 2017

Alex (Guanciale), i gemelli Oreste (Fresi) e Giacinto (De Rienzo) e Fanny (Gioli) sono quattro fratelli cresciuti in ricchezza in una villa di famiglia in campagna. Non potrebbero però essere più diversi l’uno dall’altro. Per aiutare Alex, in grave difficoltà economica, decidono di ricorrere all’unica soluzione possibile: vendere la casa. Nessuno di loro può tuttavia immaginare che, il giorno dopo la firma dal notaio, possa accadere l’impensabile: il padre Sergio (Diberti), in coma da molti anni, si risveglia. I dottori sono categorici: per una buona ripresa è fondamentale che torni alla sua vita circondato dall’affetto dei figli, dai ricordi e dagli oggetti a lui più cari. E adesso? Ai quattro fratelli non resta che una sola cosa da fare: fingere che la villa non sia mai stata venduta e recuperare in gran fretta mobili, cimeli di famiglia e persino l’amato cane.

 

Una villa in campagna, quattro fratelli con qualche problema irrisolto, il ritorno alla vita di un padre che rimette in moto i ricordi e gli affetti, una serie di avventure rocambolesche per fingere che tutto sia rimasto come prima: sono questi gli elementi su cui è costruito “La casa di famiglia”, esordio al cinema dell’attore e autore teatrale Augusto Fornari.

Una commedia familiare che deve la sua riuscita soprattutto al cast pimpante e ben assortito. Nel ruolo del simpatico viveur immaturo c’è un Lino Guanciale perfettamente a suo agio; una convincente Matilde Gioli veste i panni dell’unica donna di casa, costretta da sempre a sobbarcarsi i problemi di tutti e alle prese con un matrimonio fallito e mai superato.

A completare il quadro, i gemelli rancorosi: Oreste (Fresi), talentuoso musicista e compositore segnato da scelte professionali sbagliate, e Giacinto (De Rienzo), pignolo e fin troppo serioso direttore di banca.

Ma non bisogna sottovalutare l’attenzione della sceneggiatura ai personaggi secondari, descritti in modo spassoso ed efficace: la “fisioterapista” russa di Nicoletta Romanoff, il padre premuroso di Luigi Diberti, la commessa pettegola, la suora e il medico sospettosi.

“La casa di famiglia” è un film divertente e gradevole, che coinvolge grazie alla bravura del cast e all’equilibrio sapiente di comicità, malinconia e tenerezza. Il tono leggero non implica, inoltre, una scarsa attenzione alle psicologie dei protagonisti, con cui si empatizza facilmente, o alle riconoscibili dinamiche familiari, increspate da scelte di vita e incomprensioni.

Se alcuni passaggi narrativi risultano banali e non sempre convincenti, il finale fin troppo sbrigativo, il film viene riscattato dal ritmo allegro e vivace e da una piacevole e mai troppo invadente cattiveria di fondo. Poche pretese o elementi innovativi, ma una storia a cui ci si affeziona.

 

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