“L’uomo fedele”: incontro stampa con Louis Garrel e Laetitia Casta

La coppia francese racconta il progetto, che li ha visti impegnati insieme a Lily-Rose Depp, a Roma

Arriva nelle sale italiane l’11 aprile “L’uomo fedele”, opera seconda da regista di Louis Garrel, che lo vede anche protagonista insieme alla moglie Laetitia Casta e alla giovane e talentuosa Lily-Rose Depp.

Incontriamo il regista e l’attrice francese nella splendida cornice dell’hotel St. Regis, a Roma, in occasione di Rendez-Vous, il festival del Nuovo cinema francese giunto alla nona edizione.

“L’uomo fedele”, scritto a quattro mani con l’88enne Jean-Claude Carrière, nasce proprio dalla voglia del regista di lavorare con questo sceneggiatore.

Desideravo lavorare con lui da sempre. L’ho sentito parlare in tv, quando avevo 14 anni, del suo lavoro con Miloš Forman e l’ho trovato spirituale. Lui detesta la psicologia e il sentimentalismo, io adoro il sentimentalismo, dunque eravamo in conflitto tutto il tempo. Ha scritto più di 250 sceneggiature, mentre io sono Loulou, il piccolo Luigi”.

Il film, che racconta un triangolo amoroso, è un’opera profondamente francesce come lo stesso Garrel conferma.

“È un omaggio a un certo cinema francese, un gioco attraverso i miei ricordi del cinema che amo. Probabilmente mi sono intriso di François Truffaut e Claude Sautet più di tutti gli altri appartenenti alla Nouvelle Vague. Questa storia è un rettangolo amoroso: sin dall’inizio abbiamo giocato con l’idea che il film non rientra in un genere in particolare, è una commedia ma non è solo una commedia. Volevo costruire ogni scena come una sorpresa, volevo che ogni scena fosse una storia. Questa era la mia sfida”.

Ad interpretare Marianne, una delle donne della vita di Abel, la splendida Laetitia Casta.

“Quando ho letto il copione tutto è stato definito come una musica breve e molto bella, ma difficile da eseguire in modo naturale. Per rendere il personaggio reale, empatico, non troppo duro, mi sono completamente distaccata del senso di colpa, mi sono immaginata nella sua storia con lui, una storia andata avanti ma senza che lei ottenesse quello che voleva. Marianne è senza colpe perché sa dove vuole andare. Essere una donna che prova un sentimento del genere è bello”.

Facile, visto il film, fare un paragone con la vita privata della coppia. Ma la Casta risponde spostando il focus indietro, nel suo passato familiare.

“Vengo da una famiglia che ha giocato con l’autobiografia nel cinema. Avevo 5 anni quando ho recitato nel film diretto da mio padre, insieme a mia mamma, la sua ex e mia nonna.  Recitare la vita privata non mi spaventa, mi piacciono tanto i film su questo tema. Come ad esempio i lavori di John Cassavetes o Woody Allen”.

Marianne è una donna forte, che non ha paura di prendere decisioni difficili. Non una novità per Garrel, che nella vita ha sempre avuto intorno persone di questo tipo.

“Sono stato sempre circondato da donne forti, mia madre lo è, e anche le mie amiche. Sono abituato a lasciare le donne decidere, mi faceva piacere fare un film in cui la virilità fosse nascosta. Chi decide veramente nel film sono le donne. Qualche ragazzo, vedendolo, potrebbe non identificarsi nel personaggi di Abel, ma per me è familiare, è un piacere venire guidato”.

Nel cast del film anche Lily-Rose Depp, con cui Garrel aveva già lavorato sul set di “Planetarium”.

“Quando l’ho conosciuta aveva 15 anni, e per la prima volta mi sono sentito vecchio. Scrivendo la sceneggiatura ho pensato a lei, e dopo Lily-Rose mi ha detto che Eve era come lei. Se un attore te lo dice è un buon segno, ho avuto la chance di avere un attore sincronizzato col personaggio. Dopo sei mesi era cresciuta, a quest’età si cambia come l’argilla. Io invece somiglio più al marmo di Carrara”.

 

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