“L’innocente”: il quarto film di Garrel regista, prevedibile e anonimo

La commedia parla d'amore, di rapine e di rapporti genitori-figli ma con scarsi risultati

Un film di Louis Garrel. Con Louis Garrel, Anouk Grinberg, Noémie Merlant, Roschdy Zem, Manda Touré. Commedia, 99′. Francia 2022

In quel di Lione, Abel lavora come guida in un acquario e non si è ancora ripreso dalla prematura scomparsa della moglie. Anche la madre Sylvie gli dà pensiero, visto che continua a sposare detenuti in serie. L’ultimo della lista è l’ex-rapinatore Michel, il quale appena uscito di prigione apre un negozio di fiori assieme alla donna. Abel, però, è convinto che ci sia sotto qualcosa di losco. Preoccupato per la madre, si mette a pedinarlo coinvolgendo un’amica, Clémence.

 

La mamma è sempre la mamma. Per quanto il rapporto con colei che ci ha messo al mondo possa essere conflittuale o difficile, è molto difficile per un figlio, specie se maschio, non nutrire verso di lei un forte senso di attaccamento. E ritenere ogni altro uomo non alla sua altezza… 

Il quarto film da regista di Louis Garrel, “L’innocent”, presentato fuori concorso a Cannes 2022, è stato pensato e scritto seguendo un doppio binario: affettivo ed esistenziale. Da un lato c’è la declinazione del rapporto madre-figlio, dall’altro una riflessione sulle seconde possibilità.

Sulla carta questa commedia agrodolce aveva tutta il potenziale per riuscire bene. Peccato che nel passaggio dall’ideazione alla messa in scena qualcosa sia andato storto. E il risultato sia un film anonimo, con rari momenti convincenti dovuti alla bravura di Noémie Merlant. 

L’intreccio si sviluppa lungo una linea di racconto prevedibile, infarcita di cliché e luoghi comuni cinematografici sulla fiducia e sui pregiudizi riguardanti gli ex detenuti. Nelle intenzioni di Garrel c’era probabilmente una mescolanza armonica di spunti, ma il risultato è deludente. Da sbadiglio conclusivo più che da commozione o sorrisi. 

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