Intervista all’autrice Mariella Mogni

di Tiziana Iaccarino

 

Mariella Mogni è una scoperta vera e propria. Toscana di nascita, appassionata di letteratura, gioiosa, intraprendente e creativa, è un’artista audace che si è data da fare per emergere e adesso sta conquistando tutti con le sue opere.

Nel 2015 ha vinto la seconda edizione del concorso “Entra anche tu in Sperling Privé” indetto dalla casa editrice Sperling & Kupfer con il racconto erotico “Concerto a due voci“, e nella stessa collana ha pubblicato anche “Oltre l’amore”.

Lo scorso anno è arrivata invece la chiamata di Rizzoli. Mariella Mogni è l’autrice di “Peccati di famiglia” incluso nella collana tutta rosa e digitale YouFeel.

Abbiamo fatto chiacchiere con lei, per parlare dei suoi successi e dei progetti per il futuro.

 

Ciao Mariella, grazie per aver accettato questa intervista per Parole a Colori. Siamo davvero curiosi di conoscerti meglio.

Inizio col chiederti qual è stato il momento in cui hai deciso di dedicarti alla scrittura e con quale storia hai cominciato?

Innanzi tutto vorrei salutare i lettori del sito e ringraziarvi dell’opportunità di far conoscere il mio lavoro.

E adesso veniamo alla risposta. Amo scrivere da sempre, ma solo da pochi anni lo faccio con metodo. È stata la mia cronica insicurezza a trattenermi, a farmi nascondere nei cassetti quello che scrivevo. La partecipazione al concorso indetto dalla Sperling&Kupfer ha segnato un punto di svolta. Innanzi tutto perché ho superato la paura del giudizio altrui che era il mio blocco principale. Poi perché aver vinto il concorso mi ha fatto comprendere di avere delle potenzialità come autrice, nonostante la strada da percorrere sia ancora lunga. Da questo momento ho scoperto il “vizio” di scrivere quotidianamente, con costanza e con il mio solito spirito critico che mi spinge a limare e correggere all’infinito.

Come sei arrivata alla prima pubblicazione?

Partecipare al concorso è stata una sfida con me stessa, prima di tutto. Dopo averlo vinto le cose si sono sviluppate in maniera fluida, la pubblicazione è stata automatica ed è stato l’avverarsi di un sogno che non avrei mai creduto possibile. Per me che ero completamente al di fuori dal mondo della scrittura, è stato piacevole cimentarmi anche con il lavoro che precede l’uscita di un libro. Diciamo che sono stata catapultata in un mondo nuovo in cui mi sono trovata così bene da volerci rimanere.

Parliamo dei tuoi due racconti erotici, “Concerto a due voci” e “Oltre l’amore”, entrambi inseriti nella collana digitale Sperling Privé di Sperling&Kupfer. Com’è stato cimentarsi con il genere erotico?

Faccio una premessa: i miei racconti sono erotici un po’ atipici; l’eros, per quanto forte e molto presente nelle pagine, non è mai fine a se stesso ma è spesso uno strumento di conoscenza di sé e dell’altro.

Questo a partire da “Concerto a due voci”, il primo lavoro di cui vi parlerò adesso. Tutto ha inizio con un incontro casuale nella magica cornice di Venezia. Viola, la protagonista, è una scrittrice di romanzi erotici, una donna un po’ superficiale e poco incline a legarsi sentimentalmente. Ha un fidanzamento “aperto” che le permette di concedersi molte avventure e mai potrebbe pensare che il suo incontro ad alto tasso erotico con Manfredi possa trasformarsi in un grande amore. Manfredi porta avanti stancamente un matrimonio di convenienza ed è consapevole che scegliere Viola comporterà un radicale cambiamento della sua esistenza. La storia si snoda tra amore e ripensamenti, tra passione e paura di mettersi in gioco.

Oltre l’amore”, invece, è una storia forte, una storia in cui la dipendenza psicologica da un uomo spinge la protagonista a superare e stravolgere i propri limiti morali, ad annientarsi in nome dell’amore fino a trasformarsi in un oggetto nelle mani di un uomo malato. Irene è una persona insicura e Riccardo è, almeno in apparenza, la risposta al suo cronico bisogno d’amore. Ma fino a che punto dovrà spingersi Irene per comprendere che l’amore è un’altra cosa? Emanciparsi da Riccardo l’aiuterà a crescere come donna e ad affrontare la vita mettendo se stessa in primo piano.

Poi è arrivato “Peccati di famiglia”, edita da Rizzoli nella collana YouFeel. Com’è nata questa storia?

Le mie storie nascono sempre per caso, da un’intuizione che non saprei meglio definire. Mi viene un’idea, una prima traccia, e cerco di svilupparla nel miglior modo possibile.

In questo caso il tema dominante è la contrapposizione tra due mondi e due modi di essere: da un lato la perfezione apparente di Marina e l’ipocrisia che spesso nasconde gravi colpe dietro facciate apparentemente perfette, dall’altro la vita caotica e sbandata di Elena, la sorella sbagliata e piena di colpe. Due mondi inconciliabili che entrano in rotta di collisione quando Elena s’innamora del cognato Alessandro, una figura un po’ ambigua quasi a cavallo tra questi due pianeti diversi. Sullo sfondo della vicenda ci sono segreti inconfessabili e un odio antico e mai sopito che divide le due sorelle.

Credi che quanto accade in questa storia possa capitare anche nella vita reale? Come gestiresti una circostanza del genere nella tua famiglia?

Credo che situazioni del genere possano accadere anche nella vita di tutti i giorni, forse più di quanto possiamo immaginare e senza motivazioni che possono renderle quanto meno giustificabili e comprensibili come avviene nel mio romanzo. Penso che sia un’esperienza devastante, una sorta di doppio tradimento da cui faticherei a riprendermi.

Una storia forte, particolare. Com’è stata accolta dal pubblico?

Scrivendo il romanzo sapevo di avere tra le mani un tema scottante e ne ho avuta la conferma all’uscita del libro. Alcune persone hanno ritenuto immorale descrivere e rendere giustificabile un doppio tradimento, prescindendo dalla specificità della storia. Rispetto queste opinioni ma ribadisco che “Peccati di famiglia” non è un’apologia del tradimento tra coniugi, né tra sorelle.

Visto l’argomento “scabroso” trattato, posso dire che il romanzo è stato ben accolto da chi vi si è accostato senza moralismi e preconcetti: non è una storia facile, né rassicurante e non è una semplice successione di scene erotiche.

Mi piace pensare che quello che scrivo possa essere anche oggetto di riflessione e non solo d’intrattenimento. Spesso, ad esempio, alludo a problemi sociali drammaticamente noti ma di cui non si parla mai abbastanza come la violenza sulle donne che Elena, la protagonista di “Peccati di famiglia”, conosce in prima persona avendo dovuto misurarsi con un ex fidanzato manesco. So che non è molto, ma spero nel mio piccolo di dare un piccolo contributo affinché questi problemi non siano mai sottovalutati.

Miglior complimento e peggior critica ricevute?

Difficile trovare il complimento migliore tra i tanti che mi sono stati rivolti. Ci sono lettrici che mi hanno detto di aver letto il romanzo tutto d’un fiato o di essersi identificate con la protagonista. Di recente una lettrice mi ha chiesto di scrivere ancora di Elena e Alessandro. Poi ci sono state alcune blogger che, magari con letture diverse, hanno portato in luce gli aspetti più importanti del romanzo e del mio essere autrice. Cose che mi hanno riempita di soddisfazioni, mi sono sentita compresa e spinta ad andare avanti con il mio lavoro.

Al momento sono a conoscenza di una sola critica veramente negativa. Una lettrice in vena di moralismo ha definito “lordi” i miei personaggi, travisando platealmente una storia che di sicuro cozzava con le sue convinzioni. Anche questo fa parte del gioco e le soddisfazioni continuano a essere molto più grandi delle delusioni.

Se dovessi definire la Mariella Mogni autrice, che parole useresti?

Mi definisco atipica per il modo in cui interpreto il genere erotico. E libera perché non intendo cambiare il mio stile in ossequio alle mode o alla ricerca di un successo più ampio.

L’ultima domanda è quella che faccio a tutte le autrici che intervisto, quest’anno, per Parole a Colori. Allunga una mano e tira fuori dal cassetto del tuo comodino un sogno, il primo che riesci ad afferrare. Cos’è?

Il sogno che sto stringendo tra le dita è che il sogno possa continuare. Fino a poco tempo fa non avrei creduto possibile pubblicare i miei romanzi e meno che mai essere la protagonista di una bella intervista come questa. È accaduto e farò del mio meglio per conservare la stima e l’interesse dei lettori. Che il sogno prosegua!

Grazie infinite a Mariella Mogni per essere stata con noi, e in bocca al lupo.

Grazie a te, Tiziana, per la tua gentilezza e a tutta la redazione per lo spazio che mi avete concesso. Un saluto ai vostri lettori.

 

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