Intervista al blogger: “Kung-Food”

Guido ha 35 anni ed è un grande appassionato di cibo. Mangiare gli piace – “Beh, a chi non piace?” è il suo commento divertito -, ma soprattutto considera un punto di principio, ogni volta che entra in un ristorante etnico per consumare un pasto, provare almeno un piatto che non ha mai assaggiato prima. È così che ha scoperto sapori, abbinamenti e specialità inusuali per i palati di noi italiani.

Così, e attraverso i suoi viaggi. “Nella mia vita ho avuto la fortuna di viaggiare parecchio e ampliare le mie conoscenze culinarie”, racconta il blogger. Kung Food, con il suo nome internazionale, nasce da questo confluire di spunti e di esperienze, per passione e per tentare di condividere l’amore per la cucina e per la storia che ogni piatto racchiude in sé.

 

È la prima volta che intervistiamo un food blogger su Parole a Colori, quindi diciamo che devo ancora prendere bene le misure. Iniziamo dal principio: com’è nata l’idea per il blog?
Come dicevo, il blog nasce sicuramente dalla passione per il cibo e dal fatto che la mia professione (quella vera, visto che purtroppo Kung-Food al momento è solo un hobby) è proprio lo scrivere articoli sul web, seppure in tutt’altro ambito. Conoscendo già le dinamiche di un sito web, e con l’aiuto di un amico che cura la parte tecnica, il passo è stato breve.

Avevi già delle esperienze analoghe alle spalle oppure questa è la tua “prima volta”?
In quanto a blog, non ne avevo mai aperto uno, e nemmeno avevo mai considerato l’idea. Il tutto nasce come “sfida” a mio fratello che mi punzecchiava dicendo che non avrei mai avuto la costanza per seguirne uno.

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La Carbonara vegetariana. Zucchine al posto del guanciale.

La prima cosa che attira del tuo blog è senza dubbio il nome, Kung-Food, e il sottotitolo, Perché la cucina è un’arte. Non marziale. Intuizione geniale o dietro a questo gioco di parole c’è stato uno studio – o magari c’è una storia? 
Una storia vera e propria non c’è. Mi piace molto giocare con le parole e volevo che il nome fosse facilmente comprensibile anche a lettori internazionali, tanto che dopo qualche mese ho lanciato anche en.kung-food.it, il fratello minore di Kung-Food. D’altronde in Italia siamo 60 milioni circa, ma nel resto del mondo ci sono oltre 6 miliardi di persone, molte delle quali parlano o leggono in inglese. Perché precludersi questa fetta di mercato?

Perché un food blog? Sei da sempre un’appassionato di cucina, magari con una lunga tradizione di cuochi e cuoche alle spalle, o è stato tutto un po’ casuale?
In effetti il cibo non è la mia unica passione. Ci sono i motori, la storia, i videogames (sono un figlio degli anni ’80, in fondo), ma alla fine ho optato per la cucina, che in questi anni sia in TV che in libreria sta letteralmente spopolando.

C’è qualche food blogger o magari qualche cuoco a cui ti ispiri?
Blogger a dire il vero no, anche se ho avuto modo di scoprire molti bellissimi spazi virtuali nell’ultimo anno. Cuochi sì. Mi piace Bruno Barbieri. Bravissimo ma, almeno a quanto posso vedere da telespettatore e giornalista, anche molto disponibile e umile.

Passiamo alla parte pratica della questione. Quali pensi che siano le maggiori difficoltà di gestire un blog?
Un blog richiede tempo. Tanto tempo. Avendo un lavoro fisso (per fortuna, aggiungo) i momenti che posso dedicare al blog sono, per forza di cose, ridotti. Mi piacerebbe riuscire a ritagliarmi maggiori spazi per gestire Kung-Food, ma dubito che la mia ragazza sarebbe entusiasta di questa decisione.

Sappiamo che hai due baldi collaboratori. Scrivere un blog “in gruppo” è sempre un bene? O ci sono dei momenti in cui tre menti non sono meglio di una?
Nel mio caso, forse proprio perché il blog è ancora a un livello amatoriale, è solo un bene. Avere qualcuno che ti aiuta nella pubblicazione degli articoli, per me, è fondamentale. A questo proposito permettimi di ringraziare pubblicamente Laura e Marco per il loro contributo.

Shakshuka: piatto etnico consigliato per noi

Raccontaci la giornata di Guido food blogger. Quanto tempo dedichi alla scrittura? Come scegli le ricette da presentare o gli argomenti da trattare?
Più che altro dovrei raccontarti la serata, perché la scrittura viene relegata per forza di cose alle ore serali, a parte i weekend, ovviamente se sono a casa. So che molti blogger scelgono le ricette in base ai trend del momento, oppure ripropongono, con variazioni più o meno importanti, piatti visti in TV, magari in qualche famoso programma. Io le scelgo solo “di pancia”, nel senso letterale del termine. Quando ho fame butto giù la ricetta del piatto che vorrei avere in tavola in quel momento. E i post vengono di conseguenza.

Scaletta ben organizzata o improvvisazione?
La mia scaletta è organizzata. Cerco di aggiornare costantemente il sito, tenendo sempre alcune ricette pronte, così da poterle pubblicare in quei giorni dove gli impegni lavorativi (o la voglia, più semplicemente) non mi permettono di scrivere.

Come ti vedi, come blogger, diciamo tra un anno? Sogni che qualcuno ti noti e di calcare la scena della grande cucina – o della grande comunicazione di settore – oppure scrivere su Kung-Food ti basta?
Diciamo che ovviamente il sogno è quello che Kung-Food continui a crescere in termini di visite. I riscontri sono molto buoni e i dati, dopo un anno di lavoro, mi confortano. Oltre a questo, stanno prendendo forma un paio di progetti molto interessanti. Uno in particolare, sviluppato con gli amici di PassioneGrappa.it, dovrebbe prevedere la pubblicazione di un libro, ma prometto di darvi maggiori dettagli quando l’idea sarà a uno stadio più avanzato di realizzazione.

Con tutto questo parlare di cibo mi è venuto un certo languorino. Di tutti i piatti di cui hai scritto, quale consiglieresti a una buona forchetta curiosa di scoprire nuovi sapori?
Scelta difficile, ma ti indico la shakshuka, una ricetta mediorientale che prevede l’utilizzo di pomodori, cipolla, aglio, peperoni, pepe nero, spezie varie e uova. Solitamente è servita per colazione, ma va benissimo anche come brunch o a pranzo. Provare per credere.

E a un vegetariano, invece?
Qui nono ho dubbi, perché voglio rendere omaggio alla mia mamma, che anni fa mi cucinò la carbonara vegetariana, preparata con le zucchine. Da quel momento è divenuto uno dei miei piatti preferiti in assoluto.

Grazie mille della disponibilità, Guido. E in bocca al lupo per il blog e per i tuoi progetti.  
Grazie mille a voi. È stato un onore, oltre che un piacere. Alla prossima.


 

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