Il circo arriva inaspettato
Nessun annuncio lo precede…
Spunta così, semplicemente, dove ieri non c’era
Per chi ha letto e apprezzato “Il mare senza stelle” (romanzo del 2018 uscito lo scorso anno per Fazi) non sarà difficile vedere la mano di Erin Morgenstern, non solo scrittrice ma artista multimediale, dietro la trama ricca e multiforme di “Il circo della notte“, suo libro di esordio del 2011, arrivato a metà luglio in Italia.
Potremmo dire che l’intreccio di storie, di fascinazioni e personaggi è un po’ la cifra caratteristica della Morgenstern, che per quello che ho letto fino a oggi sembra davvero incapace di scrivere qualcosa di lineare, ma preferisce sovrapporre, intrecciare, far nascere spunti dagli spunti – e non è detto sia una caratteristica negativa, soprattutto per un’autrice di fantasy.
Il circo apre al crepuscolo e chiude all’aurora. Inaugurato nella Londra vittoriana di fine Ottocento, gira per tutto il mondo, con un seguito di sognatori conquistati dalle sue meraviglie. Ogni notte, nei tendoni a strisce bianche e nere vengono messi in scena spettacoli sofisticati e numeri incredibili, tanto da sembrare magici.
In realtà, dietro le quinte del circo è in corso un duello di veri incantesimi, di cui solo pochi sono a conoscenza. Celia e Marco sono due giovani maghi addestrati fin dall’infanzia a combattere l’uno contro l’altra dai loro rispettivi mentori, due misteriosi esperti dell’occulto, rivali fin dalla notte dei tempi. Mentre l’illusionista Celia incanta tutte le notti il pubblico nel suo tendone, il discreto Marco, ingaggiato come assistente dal proprietario del circo, controbatte creando attrazioni sempre più elaborate e potenti.
Nessuno ha messo in conto, però, l’amore che quasi inevitabilmente sboccia tra i due; un sentimento così profondo e prodigioso che scatena pericolose scintille a ogni sguardo rubato e che travolge un’intera sala non appena le loro dita si sfiorano. Ma la sfida tra Celia e Marco non può durare in eterno e solo uno di loro ne dovrà essere il vincitore.
“Il circo della notte” è un romanzo affascinante, ben scritto e ben calibrato. Le descrizioni delle meraviglie all’interno dei tendoni rigorosamente in bianco e nero rivestono una notevole importanza, eppure l’autrice è stata capace di non venire travolta dalle sue invenzioni, riuscendo a sviluppare una trama coerente che non manca di colpi di scena, ed emozioni.
I personaggi sono bizzarri, come si conviene all’ambientazione, eppure conservano sempre una certa umanità. È difficile non venire travolti dal sentimento tra Celia e Marco, e non empatizzare con la loro sofferenza, ma personalmente ho apprezzato di più alcuni caratteri “secondari”, come il creatore di orologi, la misteriosa contorsionista, i gemelli… Tutti i punti di vista e i capitoli sono sviluppati in modo impeccabile, e il lettore segue col fiato sospeso, senza riuscire a staccarsi dalla pagina.
Una notazione di carattere tecnico, o se preferite pratico. Non sono solita fare distinzioni tra digitale e cartaceo – leggo parecchio nel primo formato, quindi mi soffermo poco, nei miei pezzi, su elementi come l’impaginazione, il carattere utilizzato, e via dicendo. In questo caso mi sento invece di dirvi che vale la pena leggere il romanzo cartaceo, perché rende l’esperienza più ricca, più bella, quasi più completa. Le illustrazioni, le miniature, la scrittura sulla pagina meritano di essere apprezzate.