“Il cinema non si ferma”: la vita al tempo del Covid e del lockdown

Una bella commedia realizzata in smart-working, con l'ottimo cast che si è ripreso da casa

Un film di Marco Serafini. Con Maria Grazia Cucinotta, Nicolas Vaporidis, Karin Proia, Remo Girone, Jane Alexander, Kaspar Capparoni, Giulia Anchisi, Paola Lavini, Francesco Foti, Margot Sikabonyi, Ignazio Oliva, Maria Laura Moraci, Lavinia Longhi e Fabio Ferrari. Commedia, 85′. Italia 2020

Una commedia di finzione strutturata in vari episodi che raccontano l’emergenza Covid da differenti punti di vista, raccordati da sequenze che riproducono servizi giornalistici.

 

Da quest’anno, il 18 marzo celebriamo la Giornata del ricordo delle vittime del Covid. È la prima volta che il Parlamento istituisce un “giorno della memoria” per un evento che non è ancora finito, ma la riteniamo un’iniziativa assolutamente meritevole. 

Un anno dopo le immagini dei camion dell’esercito che tutti associamo indissolubilmente alle prime fasi della pandemia, sembra purtroppo cambiato molto poco. Gran parte d’Italia è in zona rossa; si può uscire di casa solo per comprovati motivi di urgenza. La solitudine bussa di nuovo forte alle nostre porte e ci viene chiesto ancora di essere forti.

Esce oggi – e mai data sarebbe potuta essere più appropriata – su Rai Cinema Channel, “Il cinema non si ferma” di Marco Serafini, il primo film non documentario al mondo girato interamente in smart-working, durante il lockdown.

Il cast – dove figurano, tra gli altri, Maria Grazia Cucinotta, Nicolas Vaporidis, Remo Girone, Jane Alexander -, smartphone alla mano e senza percepire alcun compenso, ha girato da casa propria, coordinato dal regista e dal direttore della fotografia Daniele Muscolo.

Una commedia di finzione strutturata in otto episodi, pensata per essere “un lavoro di resistenza per tutti i lavoratori dello spettacolo, unendo una finalità benefica, la devoluzione di ogni incasso alla Protezione Civile, alla voglia di mantenere la produzione di film attiva, quando tutti i set erano fermi a marzo e aprile dello scorso anno”, come ha spiegato l’ideatore e produttore Ruggero de Virgiliis.

“Il cinema non si ferma” permette al pubblico di rivivere il lockdown della scorsa primavera attraverso queste otto storie, magistralmente scritte e splendidamente interpretate.

C’era chi cantava e ballava sui balconi. Chi ha scoperto la passione per lo yoga/la recitazione/la musica. Chi ha fatto incetta di lievito e si è dato alla cucina. Diverse coppie, anche longeve, sono scoppiate per via della convivenza forzata in spazi ridotti. Per qualcuno, il possesso di un cane si è rivelato la benedizione più grande. E poi ci sono stati i furbetti dell’autocertificazione, e anche i veri e propri truffatori… 

“Il cinema non si ferma mai” racconta tutto questo e molto altro. Gli episodi sono tutti nel complesso godibili, capaci di strappare un sorriso, rievocare un ricordo, suscitare un’emozione. Ognuno contiene uno spunto narrativo, un passaggio registico o recitativo che lo rende credibile, vero, umano, unico nel suo genere.

Detto questo, mi sento di segnalarvene tre – poi ovviamente ognuno, secondo la propria sensibilità, potrà scegliere i suoi “preferiti”.

“L’ultima chiamata”, con protagonisti Lavinia Longhi e Nicolas Vaporidis, è indubbiamente l’episodio più drammatico, cupo, straziante, e il suo finale è cinico quanto inaspettato. “Il modello”, con Paola Lavini e Remo Girone, ci restituisce il sorriso facendoci osservare il conflittuale rapporto tra una figlia e un padre, reso ancora più difficoltoso dalla burocrazia e dall’incapacità tecnologica di lui.

E per finire “Chi sei?”, con Ignazio Oliva e Margot Sikabonyi che interpretano marito e moglie che vivono il lockdown separati, a Roma lui, a Milano lei. Il lockdown è l’occasione per la coppia di tornare a parlarsi, a confrontarsi, scoprendo aspetti inaspettati l’uno dell’altra. Un racconto dolceamaro della vita matrimoniale in epoca di pandemia. 

“Il cinema non si ferma mai” è un progetto realizzato in un momento di emergenza, eppure a mio parere è molto più valido di tanti altri film girato in tempi “normali”. Un esperimento riuscito sul piano artistico, creativo e interpretativo. Assolutamente una visione consigliata. 

Exit mobile version