“I frutti di Jalna”: recensione del romanzo di Mazo de la Roche

Fazi editore pubblica il nuovo capitolo della saga di Jalna, brioso ed emozionante

Dopo circa un anno di attesa, si torna nella tenuta canadese di Jalna con I frutti di Jalna, il quinto capitolo della saga scritta da Mazo de la Roche tra il 1927 e il 1960, best-seller dell’epoca, che Fazi editore sta ripubblicando in Italia. 

Wakefield, ormai maggiorenne, lavora in un’officina ed è fidanzato con Pauline. Il piccolo di casa finora non ha mai lasciato Jalna, ma i cambiamenti arrivano per tutti, prima o poi: a un passo dalle nozze, il ragazzo sorprende la famiglia con una decisione davvero radicale.

L’ennesimo grattacapo per Renny, il quale, costantemente tormentato dalle sorti del parentado e dalle molte incombenze domestiche, dovrà affrontare un problema ben più grave: Alayne scoprirà di essere stata tradita, e di lui e dei Whiteoak non vorrà più saperne. Ma lasciarsi Jalna alle spalle è difficile: lo sa bene anche Finch, ormai concertista di successo, che rientra da Parigi insieme alla moglie Sarah. I due, però, faticano a trovare un equilibrio: lui è stremato e incolpa lei di tutto il suo malessere.

La crisi della coppia ha strascichi pericolosi e minaccia di compromettere la stabilità dell’intera famiglia. Ancora una volta il nucleo rischia di sfaldarsi e i Whiteoak temono di perdere la proprietà, e con essa il proprio futuro e il proprio passato: riusciranno a salvaguardare l’amata tenuta per le nuove generazioni?

Ho recensito la saga di Jalna fin dal primo romanzo, pubblicato da Fazi nel 2019 (trovate qui tutti i miei pezzi), e mi accorgo che evitare di risultare ripetitiva nei miei commenti ed impressioni, di non passare semplicemente per una fan, si fa anno dopo anno sempre più complicato. Cosa ci posso fare, se i romanzi di Mazo de la Roche mi piacciono sempre? Se mi coinvolgono e mi trasportano nel loro mondo bucolico e familiare, tra persone che sento ormai come fossero quasi di famiglia?

I frutti di Jalna” riprende il racconto praticamente da dove lo avevamo lasciato in “Il padrone di Jalna“, riproponendo alcune tematiche che già avevamo affrontato in passato e introducendone di nuove. Sicuramente, tra i personaggi “nuovi”, i più interessanti risultano Miss Archer, la zia newyorkese di Alayne, e Sarah, la moglie, ossessionata (?) e calcolatrice, di Finch. Due donne molto diverse, ma che ognuna a suo modo porta una ventata di novità in una famiglia altrimenti piuttosto granitica.

La cosa divertente, però, è che nonostante i personaggi siano sempre quelli e l’ambientazione sia piuttosto unitaria, se facciamo eccezione per la parentesi newyorkese di Alayne, il romanzo è scorrevole, brioso e a suo modo anche sorprendente. Mazo de la Roche si conferma maestra nel raccontare la bellezza delle piccole cose, il passare delle stagioni – anche dal punto di vista naturalistico, con descrizioni brevi ma intense del paesaggio che si trasforma – nel suo piccolo microcosmo con una verve che conquista il lettore. 

Burrasche amorose, preoccupazioni economiche, fughe dal tetto coniugale, fidanzamenti rotti, nuove nascite: questa volta i Whiteoak non si fanno davvero mancare niente! Il lieto fine è possibile ma non scontato, ma in ogni caso, come di consueto e con piacere, quando si arriva all’ultima pagina si sa che questa non è la fine, solo il sipario che cala su un’altra stagione. E dopo ce ne saranno altre. 

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