Una serie diretta da Alessandro D’Alatri, Carlo Carlei. Con Alessandro Gassmann, Carolina Crescentini, Tosca d’Aquino, Antonio Folletto, Gianfelice Imparato, Simona Tabasco, Gennaro Silvestro, Gioia Spaziani, Serena Iansiti. Italia. 2017-in produzione
Tornano a partire da questa sera, lunedì 8 ottobre, in prima serata su Rai 1 i bravi quanto reietti protagonisti de “I bastardi di Pizzofalcone”, con l’attesa seconda stagione della serie tv, composta da sei episodi.
La libera trasposizione dei romanzi di Maurizio De Giovanni, editi da Einaudi, ha conquistato critica e pubblico, facendo breccia anche per il suo modo accattivante e innovativo di raccontare Napoli. La città in cui i Bastardi si muovono, indagano e vivono, infatti, ha un volto molto diverso da quello presentato da serie come “Gomorra”.
Eppure anche in questa Napoli bella e gaudente è presente un’anima nera e malvagia, che si materializza in omicidi, efferatezze e crimini vari su cui è chiamata a indagare la squadra di outsider capitanata dall’ispettore Lojacono (Gassmann).
Ma cosa dobbiamo aspettarci da questa seconda stagione della serie? Quanto di buono visto lo scorso anno verrà confermato? Dopo aver visto in anteprima su Raiplay il primo episodio, “Cuccioli” , posso fugare ogni dubbio su un possibile calo qualitativo. I Bastardi si confermano serie di spessore, ben strutturata, girata e interpretata.
Non volendo rovinarvi la visione con incauti spoiler mi limiterà a qualche considerazione generale. “Cuccioli” rappresenta indubbiamente un inizio col botto. Il caso di puntata è l’uccisione di una giovane ucraina e dell’abbandono della sua bambina di fronte al commissariato, che nel corso dell’indagine assumerà i contorni di una storia di egoismo e cinismo con protagonista la cosiddetta società civile cittadina.
“I bastardi di Pizzofalcone”, come ho anticipato, confermano da una parte la solidità e linearità di scrittura e dall’altra uno stile narrativo capace di coinvolgere lo spettatore fin dalla prima scena, in un crescendo di pathos e ritmo che non risulta comunque mai eccessivo o inverosimile.
Gli attori, guidati da un ispirato Alessandro Gassmann, dimostrano fin dalla prima puntata di essere ormai tutt’uno con i rispettivi personaggi, rendendoli vivi e veraci. Il cambio di regia da Carlo Carlei ad Alessandro D’Alatri non modifica l’approccio e lo spirito della serie, la volontà di portare il pubblico alla scoperta di una Napoli diversa, affascinante quanto letale.
Se c’è qualcosa che D’Alatri, dall’alto della propria esperienza, porta di nuovo nei Bastardi è uno sguardo più malinconico e intimistico sulla città e sui personaggi, che fa sì che la storia acquisisca una maggiore profondità narrativa e psicologica.
Diverse le novità e le sorprese che verranno introdotte in questi sei episodi, a partire dal personaggio di Ninni Bruschetta, già introdotta nella prima stagione attraverso una telefonata, che fa riemergere il difficile passato siciliano di Lojacono.
Ogni Bastardo affronterà cambiamenti e scelte che potrebbero travolgere l’equilibrio esistenziale e sentimentale: da una possibile gravidanza al desiderio di vivere la propria identità sessuale alla luce del sole fino al tentativo di salvare un matrimonio grazie a una neonata da accudire e proteggere.
Il tutto tra indagini, pericoli e vite da salvare – in perfetto stile Bastardi di Pizzofalcone.