Hello Everybody – Topic 4: Il mondo dei cocktail

di Teacher Cate

 

Cocktail = Combinazione di bevande alcoliche, solitamente costituita da una miscela di almeno due liquori o superalcolici con caratteristiche contrastanti ma armonizzabili fra di loro.

I cocktail, quelle deliziose bevande alcoliche, spesso servite ghiacciate, che presentano una sottile e armoniosa fusione di sapori e per questo si lasciano bere con facilità, sono tornati molto di moda negli ultimi anni. Il boom si deve anche all’apertura di nuovi locali, pensati per un pubblico variegato e quindi capaci di accontentare tutti.

In Gran Bretagna la maggior parte dei locali propone ogni giorno un appuntamento fisso all’inizio della serata (l’happy hour, per intenderci), durante il quale i cocktail vengono venduti a metà prezzo.

cocktail, bicchieri

Chissà quante volte vi sarà capitato di sorseggiare un alcolico miscelato – da soli, in compagnia, a casa, sulla spiaggia, durante un happy hour, o magari proprio per la festa della donna. Ma vi siete mai soffermati a pensare alla parola cocktail? Sono veramente pochi quelli che ne conoscono il significato e le origini – anche perché, dati alla mano, non sono così chiare.

Sulle origini del termine circolano diverse versioni. Cocktail potrebbe essere uno storpiamento del termine latino aqua decocta, ovvero acqua distillata; ma la teoria più diffusa è quella che fa derivare il termine dalla fusione delle parole cock (gallo) e tail (coda). Gallo + coda = cock-tail, bevanda.

Come mai questa scelta? Nessuno lo sa con certezza, ma ci sono numerose teorie. Vediamone alcune. Secondo la prima il nome deriverebbe dalla pianta che si usava in passato per decorare le bevande (i cocktail, appunto), molto somigliante alla coda di un gallo; per una seconda la parola trarrebbe origine da “ala di gallo”, una bevanda ottenuta dal sangue dei pennuti. La terza teoria fa invece riferimento agli avanzi di bottiglie e botti che venivano messi in grandi vasi in ceramica a forma di gallo; mentre per una quarta è nato tutto con un farmacista di New Orleans, che usava offrire ai suoi ospiti un drink (brandy, zucchero, acqua e Bitter) servito in un portauovo che aveva chiamato “cocquetier”. Gli ospiti avrebbero abbreviato il termine in cocktay, e da qui, più tardi, sarebbero nato cocktail.

Origine del termine quanto meno incerto. Ma quando è apparsa la parola nella storia? Il termine cocktail (anzi, cock-tail) fa ufficialmente la sua comparsa nel XIX secolo, anche se ci sono racconti del 1400 che già narrano della consumazione di “bevande di tanti colori come la coda di un gallo da combattimento” nelle campagne inglesi.

Il 6 maggio 1806, sulle pagine del giornale “The Balance, Columbian Repository”, viene pubblicato un articolo che, in modo scherzoso, illustra la nota spese di un candidato politico sconfitto alle elezioni locali. Proprio nella nota si trova per la prima volta “cock-tail“. Sette giorni dopo, il 13 maggio 1806 (giorno poi ricordato come World Cocktail Day) viene pubblicata questa definizione in risposta a una richiesta di chiarimento da parte di un lettore: “Cock-tail is a stimulating liquor composed of spirits of any kind, sugar, water, and bitters”. [Il cock-tail è un liquore stimolante composto da alcol di ogni genere, zucchero, acqua e bitter].

La storia della parola cocktail e la sua diffusione sono legate anche all’esercito. Un po’ come avviene oggi, le parole, per entrare effettivamente nei vocabolari, devono prima diventare di uso comune (così, petaloso è stata segnalata e accolta dall’Accademia della Crusca, ma comparirà nei dizionari solo se molte persone mostreranno di utilizzarla).  Tornando a cocktail, nel 1840, durante la Guerra di Secessione americana, sembra che la vivandiera Betsy Floyagan servisse ai soldati una bevanda corroborante composta da diversi distillati. Furono gli stessi soldati che, vista la colorazione vivace, le diedero il nome di cocktail e provvidero poi alla diffusione del vocabolo.

L’epoca d’oro dei cocktail, comunque, fu quella del Proibizionismo. A quei tempi gli alcolici erano di una qualità così infima che i baristi erano costretti a mescolare più ingredienti per poter offrire ai clienti qualcosa di bevibile, seguendo regole di miscelazione assolutamente improvvisate, che non facilitarono la diffusione di ricette standard.

Se per le ricette c’è voluto del tempo, quello che ha decretato il successo dei cocktail è stato la nascita dell’abitudine a berne. Queste bevande, un po’ misteriose, un po’ sofisticate, sono diventate di moda anche in Europa e non sono mai tramontate.

Il 24 Febbraio 1951 si chiude il cerchio: una commissione dei migliori barman del mondo fissa le regole di dosaggio, suddivide i cocktail in gruppi e seleziona i 50 più conosciuti e prestigiosi.

 

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