Un film di Michael Showalter. Con Jessica Chastain, Andrew Garfield, Cherry Jones, Vincent D’Onofrio, Fredric Lehne. Biopic, 126′. USA 2021
1952. Tammy Faye, ancora bambina, ha una folgorazione in chiesa mentre sta guardando il crocifisso. Nel 1960, al North Central Bible College a Minneapolis conosce Jim Bakker, che diventerà suo marito e con il quale avrà due figli. Nel corso degli anni ’70 e ’80 la coppia crea il più famoso canale televisivo religioso degli Stati Uniti che diventa il punto di riferimento per molti fedeli con il loro programma The PTL Club, conosciuto anche come The Jim an Tammy Show, in cui entrambi trasmettono il loro amore per la fede, intrattengono il pubblico con dei numeri musicali e parlano di sesso, omosessualità e Aids. Soprattutto Tammy riesce ad avere un legame immediato con i suoi telespettatori perché parla a persone di ogni ceto sociale. Il loro successo e la loro ricchezza, culminati con il parco a tema cristiano Heritage USA, si sgretolano poco a poco a causa di irregolarità finanziarie, scandali personali e l’intervento del potentissimo e ultraconservatore reverendo Jerry Falwell che li manda in rovina.
Diretto da Michael Showalter, da una sceneggiatura di Abe Sylvia, “Gli occhi di Tammy Faye” racconta la vita della più famosa coppia di telepredicatori americani, marito e moglie, che tra gli anni ’70 e ’80 costruirono un vero e proprio impero, arrivando a ottenere – con l’avvento del satellite – medie di 20 milioni di telespettatori al giorno nelle loro trasmissioni.
Il potenziale della storia era grande ed esplosivo, ma purtroppo il biopic di Showalter lo sfrutta solo parzialmente. La narrazione è abbastanza classica, procede in ordine cronologico dall’infanzia di Tammy, quando avviene la “folgorazione religiosa”, all’incontro con Jim Bakker al college. E poi la scalata al successo e la (inevitabile?) caduta.
L’intenzione del film – che mostra la costruzione e la dissoluzione dell’impero economico messo in piedi dalla coppia, la loro rassicurante visione pubblica mescolata alle ombre della loro vita privata – era chiaramente quella di umanizzare le figure di Tammy Faye e consorte, ma non sempre trova il modo giusto per farlo.
A “Gli occhi di Tammy Faye” manca soprattutto il coraggio di trasmettere la natura selvaggia dei personaggi, la complessità del loro ambiente, il pathos della loro storia. I Bakker erano molte cose, per molte persone: spaventosi, stimolanti, ridicoli, tristi. Questo film riesce a renderli soprattutto noiosi.
Se la pellicola merita assolutamente di essere vista, a prescindere da tutto, è per la strepitosa interpretazione di Jessica Chastain. L’attrice, nonostante la gabbia della sceneggiatura, riesce ad andare a fondo del personaggio e a tirare fuori diverse sfumature. Al di là del trucco pesante, delle ciglia, delle protesi, delle unghie finte è il cuore della Chastain a battere sul set, i suoi occhi a brillare oltre la maschera.
La Tammy Faye della Chanstain è un’anima pura, qualcuno che credeva in tutte le sue cause ed era circondata da uomini inferiori che cercavano costantemente di offuscare la sua luminosità interiore. L’attrice riesce a convincere gli spettatori che, sotto la voce allegra e il trucco caricaturale, c’era qualcuno che meritava sicuramente empatia.