“Giochi di potere”: un thriller che getta luce sul programma Oil for Food

Per Fly adatta per il grande schermo il libro-denuncia di Michael Soussan, con scarso mordente

Un film di Per Fly. Con Theo James, Ben Kingsley, Jacqueline Bisset, Rossif Sutherland, Rachel Wilson. Thriller, 108′. USA, Danimarca, Canada, 2018

Michael Sullivan, giovane figlio di un diplomatico ucciso quando lui era ancora un bambino, sogna di entrare nel mondo dei rapporti internazionali. Il suo desiderio si realizza quando ottiene l’incarico di coordinare il programma “Oil for Food” gestito dal sottosegretario delle Nazioni Unite Pasha. Dopo l’invasione da parte delle truppe americane dell’Iraq, Michael si deve confrontare con una molteplicità di problemi conoscendo inoltre sul campo un’interprete di etnia curda di cui si innamorerà. Proprio grazie a lei si insinuerà nel suo animo il sospetto che dietro al progetto ci sia un enorme giro di corruzione che non riguarda soltanto Saddam e il suo ormai decaduto regime.

 

Ispirato alla storia vera del disastroso programma Oil for Food promosso dalle Nazioni Unite (che prevedeva, in estrema sintesi, che l’Iraq potesse vendere petrolio in via privilegiata per ottenere liquidità monetaria) e degli scandali che lo hanno accompagnato, “Giochi di potere” di Per Fly racconta la vicenda sotto forma di thriller.

Adattamento del romanzo omonimo di Michael Soussan, il film si basa da un’eccellente idea di fondo – raccontare il presente attraverso gli occhi di un 24enne idealista – e mescola al suo interno intrighi, omicidi, amore.

Purtroppo le buone premesse vengono in larga parte sprecate da una sceneggiatura con poco mordente, infarcita di cliché e luoghi comuni. Anche la regia di Fly, bidimensionale, piatta e poco fantasiosa, non aiuta.

L’interpretazione di Theo James non è abbastanza forte e coinvolgente da rendere le passioni che il protagonista deve aver provato, il suo desiderio di fare, in qualche modo, la differenza.

Va però dato merito al film, nonostante i limiti, di essersi spinto in luoghi lontani e pericolosi per mettere in scena alcuni momenti d’azione chiave, e mostrare zone d’ombra della storia recente di cui si è parlato poco o niente. Il risultato non è convincente al 100%, ma il tentativo è apprezzabile.

 

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