di Pasquale De Carlo
di Tony Leondis. Con T.J. Miller, James Corden, Ilana Glazer, Steven Wright, Anna Faris, Sofía Vergara. Animazione, 86′. USA, 2017
Gene è un emoji, ovvero una di quelle faccine con cui si comunicano i propri stati d’animo attraverso il computer o lo smartphone. A lui è toccata l’espressione “bah”, indice di perplessità e disincanto: la stessa che i suoi genitori esibiscono da sempre, con serena accettazione. Ma per Gene un’espressione sola non basta, soprattutto perché sa che, al contrario di tutti gli altri emoticon, lui ne possiede una grande varietà. Quando Smile, la perfida (ma sempre sorridente) capobanda della tribù degli emoji che popolano il cellulare di Alex, un liceale la cui vita gira intorno al suo smartphone, si rende conto dell’anomalia che caratterizza Gene, lo classifica immediatamente come un “difettoso” da eliminare.
Un film d’animazione godibile e variopinto, seppure non eccezionale: è questo in sintesi “Emoji: accendi le emozioni” di Tony Leondis, che arriva nelle sale italiane distribuito da Warner Bross.
Lo smartphone, compagno ormai pressoché inseparabile del genere umano, viene immaginato come una metropoli, dove i social e le app – Facebook, Instagram e via dicendo – sono quartieri e le emoji, le faccine usate per comunicare stati d’animo, abitanti, cristallizzati però nella loro unica espressione.
L’originalità del film sta nel fatto che il telefono viene visto come un ecosistema, e in questo “Emoji” può essere accostato al capolavoro Pixar “Inside Out”.
La vivacità dei personaggi e i colori che si irradiano da ogni scena lo rende un prodotto ideale per i bambini, anche i più piccoli.
Tuttavia c’è da dire che il target principale a cui la pellicola di Tony Leondis si rivolge è l’adolescente. L’operazione pubblicitaria rispetto alle più famose applicazioni da smartphone è piuttosto palese e rischia di svilire gli spunti di un film d’animazione godibile, ma comunque non eccezionale.