Un film di Stephen Gaghan. Con Robert Downey Jr., Rami Malek, Selena Gomez, Marion Cotillard, Emma Thompson. Commedia, 106′. USA 2020
John Dolittle, medico prodigioso, capace di parlare con gli animali, viveva insieme a molti di loro e alla sua amatissima moglie Lily nella riserva delle meraviglie che la regina d’Inghilterra gli aveva offerto in dono. Ma un naufragio si è portato via per sempre Lily e da allora Dolittle non ha più voluto incontrare i suoi simili, ha chiuso le porte dell’ospedale e rinunciato a tutto. Ora però è la regina in persona, gravemente malata, a chiedere che torni al lavoro, per portarle il fiore dell’albero dell’Eden, che solo può salvarla. Mettersi in viaggio significa, per John Dolittle, ritrovare lo spirito dell’avventura che era stato di Lily e far pace col passato per aprirsi al futuro. Un futuro rappresentato anche dal giovanissimo Stubbins, scappato a uno zio cacciatore, che fa di tutto per farsi assumere come assistente da Dolittle e per imbarcarsi con lui…
Non era facile vedere in anteprima “Dolittle” di Stephen Gaghan con mente aperta, dopo aver letto le feroci quanto concordi stroncature provenienti da Oltreoceano – confermate anche dal clamoroso flop al botteghino.
Come scrivere una recensione, dopo che già i più grandi critici cinematografici a stelle e strisce hanno fatto artisticamente a pezzi Robert Downey Jr.? Senza contare che per me il personaggio del Dottor Dolittle è legato al ricordo del buon Eddie Murphy, protagonista dei due film usciti nel 1998 e nel 2001.
Ma se la direttora chiama, il redattore Sapienza, come sapete, risponde sempre presente, e allora eccoci qui. Togliamoci subito il dente: “Dolittle” è visivamente bello, accattivante, ricco di effetti speciali ma desolatamente povero sul piano narrativo e vuoto a livello emozionale.
Questo remake è un’operazione commerciale, costruita sul talento e sulla celebrità di Robert Downey Jr., che però, paradossalmente, si dimostra poco adatto al personaggio e poco funzionale alla storia. L’attore non incide, limitandosi a svolgere il compito in modo scolastico.
Lo sceneggiatura è nel complesso esile, scontata, prevedibile, punta esclusivamente sui dialoghi tra Dolittle e gli animali, senza però dare a questi ultimi le necessarie profondità psicologica e intensità emotiva.
L’intreccio narrativo cattura solo a tratti l’interesse dello spettatore, che si perde più ad apprezzare l’elegante e sfarzosa scenografia e la cura nella realizzazione dei costumi. Il problema è che rispetto alle pellicole di avventura che sono venute prima, questa non aggiunge proprio niente di nuovo.
Almeno “Dolittle” porta avanti il vecchio ma sempre attuale invito alla tolleranza e alla armoniosa convivenza tra uomo e animali, da considerarsi come un valore aggiunto e un dono prezioso e non soltanto come una compagnia più o meno durevole.
Un film per tutta la famiglia, che vi farà trascorrere un pomeriggio piacevole al cinema. Basta che non nutriate grandi aspettative.
Il biglietto da acquistare per “Dolittle” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.