Sono state svelate ieri alla Casa del Cinema di Roma le nomination per la 61° edizione dei David di Donatello, che per il secondo anno consecutivo saranno targati Sky e condotti da Alessandro Cattalelan.
Il 2016 è stato un anno in chiaroscuro sul piano qualitativo e d’incassi per il cinema italiano. Ai David spiccano le pellicole che hanno saputo conquistare i consensi di pubblico e critica.
Diciamolo subito: il 27 marzo sarà probabilmente una sfida a tre per le categoria più importanti.
Con 17 nomination a testa partono in pole position “La pazza gioia” di Paolo Virzì (qui la recensione) e “Indivisibili” di Edoardo De Angelis (qui la recensione), seguiti a ruota da “Veloce come il vento” di Matteo Garrone, con 16 nomination (qui la recensione).
Al terzetto dei super-nominati e super-favoriti seguono “Fai bei sogni” di Marco Bellocchi (qui la recensione), “La stoffa dei sogni” di Gianfranco Cabiddu, vera sorpresa di questa edizione dei David, “Fiore” di Claudio Giovannesi (qui la recensione), “In guerra per amore” di Pif (qui la recensione) e “Le confessioni” di Roberto Andò.
Non volendo tediarvi con l’elenco di tutti i nominati, ci limitiamo a qualche considerazione e previsione sulle principali categorie. Qui potete trovare tutti i nomi.
Se, sulla carta, “La pazza gioia” di Virzì, già trionfatore ai Nastri D’Argento, ha la strada spianata per il Davis come miglior film, “Indivisibili” e “Fiore” possono rappresentare delle credibili alternative per i giurati.
Come migliore regia vediamo – e ci auguriamo -, con buona pace di Virzì e Bellochio, un duello tra i giovani Matteo Rovere (Veloce come il vento) ed Edoardo De Angelis (Indivisibili) che hanno dimostrato sul campo il loro talento e il loro essere innovativi sul piano dello stile e della capacità di raccontare.
Come miglior regista esordiente, anche se non abbiamo visto il film “Mine”, puntiamo sulla coppia Fabio Guaglione e Fabio Resinaro.
Per la migliore sceneggiatura originale vediamo un duello dagli esiti incerti tra “In guerra per amore” e “Indivisibili”; per la migliore sceneggiatura adattata, invece, “Fai bei sogni” parte in pole position.
Anche per quello che riguarda la migliore attrice protagonista, il David ex equo alla coppia Ramazotti-Tedeschi per “La pazza gioia” sembra cosa fatta. Ma dopo il meritato exploit di un anno fa di Ilenia Pastorelli, le due veterane dovrebbero guardarsi dalle gemelle Fontana di “Indivisibili” (qui la nostra intervista) e soprattutto dalla sorprendente Daphne Scoccia (Fiore), perfetto esempio di come, se si posseggono talento e personalità, anche all’esordio si può fare subito centro. Fa discutere invece l’assenza di Sara Seraiocco (La ragazza del mondo).
Per l’attore protagonista, noi vediamo vincitore incontrastato Stefano Accorsi; per l’attore non protagonista Valerio Mastrandrea (Fiore).
È possibile un meritato bis di Antonia Truppo (Indivisibili) come migliore attrice non protagonista, insediata però da una brava e intensa Roberta Mattei (Veloce come il vento), anche se pesa e fa rumore l’assenza di Greta Scarano per il film “La verità sta in cielo”
Già assegnato il David di Donatello al miglior cortometraggio. Il premio è andato a “A casa mia” di Mario Piredda, che è stato proiettato alla fine delle nomination e in verità non mi ha convinto particolarmente, essendo debole sul piano drammaturgico e interpretativo e apprezzabile solamente come fotografia.
Il 27 marzo scopriremo insieme se il vostro cronista avrà centrato qualche previsione e soprattutto quanto i verdetti siano originali.