Festival del cinema di Cannes | Anteprima | Fiore

Daphne e Josh comunicano attraverso le sbarre. Fiore (2016)

Un film di Claudio Giovannesi. Con Daphne Scoccia, Josciua Algeri, Laura Vasiliu, Aniello Arena, Gessica Giulianelli, Valerio Mastrandrea. Drammatico, 110’. 2016

In uscita nelle sale italiane il 1 giugno

Daphne Scoccia in una scena del film "Fiore".
Daphne Scoccia in una scena del film “Fiore”.

Se pensiamo all’amore romantico per eccellenza molto probabilmente ci apparirà davanti agli occhi quello di Romeo e Giulietta, reso immortale dalla penna di William Shakespeare.

Si dice che l’amore non abbia limiti, che leghi le persone senza per questo tappargli le ali, che non esista al mondo sentimento più potente. Ma ci sono condizioni particolari che permettono all’amore di nascere? Cupido può scoccare la sua freccia in qualsiasi situazione e in qualsiasi luogo? E se il luogo in questione fosse un carcere minorile?

Claudio Giovannesi ha provato a rispondere a queste domande – semplici ma profonde – attraverso “Fiore”, presentato al Festival di Cannes nella sezione “Quinzaine” dove ha ottenuto buoni riscontri.

La storia non è ambientata a Verona ma a Roma, e la nostra Giulietta si chiama Dafne (Scoccia), per vivere rapina altri ragazzi in metro, rubando soprattutto cellulari, non ha una casa e il padre è un ex galeotto.

Le prospettive per la ragazza sembrano piuttosto limitate, e non è una sorpresa quando, durante un furto, viene arrestata e poi condannata a un anno di carcere minorile.

Daphne e Josh comunicano attraverso le sbarre. Fiore (2016)
Daphne e Josh comunicano attraverso le sbarre. Fiore (2016)

Convivere con le altre detenute sembra molto difficile per Dafne, data anche la sua indole ribelle, ma un giorno, durante l’ora d’aria, scambia qualche parola con Josh (Algeri), detenuto nel settore maschile, e tutto cambia.

Josh, milanese, sta scontando una pena di due anni per spaccio e Dafne, in cambio di due pacchetti di sigarette, accetta di fare da tramite tra lui e la fidanzata. Questo non è che l’inizio di una bella amicizia tra i due che, non potendo vedersi né toccarsi, comunicano in segreto, scambiandosi lettere.

Con il passare dei mesi, il rapporto tra Josh e Dafne cambia, e il carcere minorile diventa l’insolito palcoscenico di una romantica storia d’amore Due ragazzi soli, alla deriva, trovano nella rispettiva compagnia quell’affetto e quel calore che non avevano mai avuto.

Claudio Giovannesi firma una storia delicata, toccante, che mostra non tanto la solitudine e la noia di chi si trova a scontare una pena dietro le sbarre, quanto il desiderio dei detenuti di avere comunque una vita, una fetta di felicità.

La sceneggiatura è ben scritta, calibrata, fluida, capace di toccare le giuste corde emotive nello spettatore. Anche se girato all’interno di un carcere e di conseguenza in luoghi chiusi, durante la visione di “Fiore” non si ha mai una sensazione di claustrofobia – anzi, il respiro narrativo è sempre ampio.

Daphne Scoccia e Giosciua Algeri, innamorati alla Romeo e Giulietta in "Fiore".
Daphne Scoccia e Giosciua Algeri, innamorati alla Romeo e Giulietta in “Fiore”.

Lo spettatore assiste, coinvolto, alle dinamiche che portano due persona a innamorarsi, e dopo a quello che accade quando il rapporto si consolida – passione, ma anche gelosia.

La regia di Giovannesi è puntuale, attenta, intensa nel mettere in scena un film sentimentale che però non scade mai nel melenso e nel retorico. La seconda parte, forse, ha un ritmo meno intenso e brillante della prima, ma questo non rende la visione complessiva meno piacevole.

Il film ha il suo punto di forza nelle interpretazioni dei due attori protagonisti, entrambi alla prima esperienza, Daphne Scoccia e Josciua Algeri. Il regista ha avuto il merito di scoprirli e credere nel loro potenziale. Insieme formano una coppia credibile, che riesce a creare un ponte emotivo con il pubblico. Sono teneri, appassionati, forti nel mostrare il loro amore e quella voglia di stringersi la mano.

Daphne Scoccia conquista il centro del palco fin dalla prima scena, mostrando una personalità e un carisma da prima attrice. È nata una stella? A Cannes, di sicuro, i riflettori si sono puntati su di lei meritatamente, e la sua carriera andrà seguita con attenzione.

Il finale forse è un po’ troppo lungo, e ridurlo di qualche scena avrebbe giovato. E ciò nonostante lo spettatore non può non fare il tifo e condividere la voglia dei due giovani innamorati di riaffermare il proprio diritto alla vita e alla felicità, insieme.

 

Il biglietto da acquistare per “Fiore” è: 1)Neanche regalato; 2)Omaggio; 3)Di pomeriggio; 4)Ridotto; 5)Sempre.





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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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