“Costruisci la tua casa intorno al mio corpo” di Violet Kupersmith

Recensione del romanzo edito da NN Editore, un mix affascinante tra horror, fantasy e crime

È uscito il 24 febbraio per NN Editore Costruisci la tua casa intorno al mio corpo di Violet Kupersmith, tradotto da Michele Martino, un romanzo d’esordio ipnotico, diverso da qualsiasi altro io abbia mai letto prima – e questo è già di per sé un piccolo punto a favore. 

Winnie ha vent’anni e dagli Stati Uniti si trasferisce in Vietnam, il paese del padre, per insegnare inglese e anche per trovare la sua strada, in un luogo dove spera di sentirsi più accolta. Ma a Saigon le cose non vanno nel verso giusto: Winnie è negligente al lavoro, non stringe amicizie, beve troppo e tende a nascondersi, a sottrarsi alla vista degli altri, finché la città diventa un labirinto in cui si perde fino a scomparire, in modo misterioso.

Però in Vietnam niente scompare davvero: lo sa Long, che si mette alla ricerca di Winnie, e lo sa anche Tan, che invece vive nel terrore del ritorno di Binh, la ragazza che ha sempre amato. Dalle loro vicende si dipanano fili sottili che ricostruiscono l’identità di un paese spezzato e cangiante, dove l’irrazionale irrompe nel quotidiano e il passato rinasce nel presente, robusto come le radici dell’albero della gomma.

È difficile incasellare “Costruisci la tua casa intorno al mio corpo” in un genere preciso. La casa editrice parla di “romanzo d’avventura dalle tinte horror e fantasy“, ma personalmente lo considero uno di quei casi in cui è molto meglio leggerlo e lasciarsi ispirare, piuttosto che cercare di trovargli una collocazione a tutti i costi. 

Il libro, come ho scritto in apertura, è ipnotico: per quanto faccia spesso provare emozioni negative – disgusto, repulsione, paura -, per il suo stile di racconto diretto e ultra-realistico che non nasconde e non risparmia niente al lettore, incatena anche alla pagina. Non sempre è chiaro dove l’autrice stia andando a parare o come le diverse storie e piani temporali finiranno per incontrarsi, eppure la lettura è scorrevole, avvincente. 

Winnie è un’Alice nel Paese delle meraviglie al contrario – e con una buona dose di problemi: parte per trovare se stessa e il suo posto nel mondo nel Vietnam da cui viene la sua famiglia, scompare poco a poco durante il percorso, non torna più indietro. Alla fine avrà trovato quello che stava cercando? L’autrice non ci dà una vera risposta – e in generale, “il finale” lascia anche una certa malinconia di fondo. 

Non che vada molto meglio a tutti gli altri personaggi, del passato e del presente. Perché “Costruisci la tua casa intorno al mio corpo” parla di scomparse e di rinascite, di vita e di morte, di mostri e di serpenti ma soprattutto del dramma stesso di esistere. Ci affanniamo nel cercare qualcosa senza posa – successo, amore, il mare alla fine di una strada – senza renderci conto che spesso, tutto quello che ci è concesso, è solamente il viaggio. E allora tanto vale farselo bastare! 

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