Queste, parafrasando il titolo del film del 1999 con Kevin Costner e Robin Wright, sono “le parole che non ti volevo scrivere”… Tra una puntura di Bentelan e l’altra per cercare di sconfiggere la mia dolorosa sciatalgia cronica, ho pensato e ripensato a cosa scrivere nella Cartolina zero da Venezia 2024.
Già, ci siamo di nuovo, caro lettore: tra poche ore il Lido diventerà il luogo più cool del mondo del cinema. E per noi di Parole a Colori rappresenta anche la chiusura di un cerchio, la fine di un ciclo. Il nostro Endgame.
Dieci anni fa iniziavo la mia collaborazione con la direttora Turillazzi, e nessuno dei due avrebbe mai immaginato dove questa ci avrebbe portato. Oggi Parole a Colori viene accreditato stabilmente ai principali Festival italiani e internazionali, Cannes, Venezia, Berlino, Londra, e si è costruito una sua credibilità, non mollando nemmeno durante la pandemia.
Generalmente i ringraziamenti si fanno alla fine, ma io voglio andare contro tendenza e farli subito. Grazie a Gioli, Captain Peroni, Wonder Piro, Vania, Frau Lotti, Federica l’Inglese, Il Professore, Elena, i gemelli Vincelli, Giordano, Lady Friendzone, Pasquale, il Cinese. Siamo stati una squadra, un collettivo, a volte grande a volte piccolo, ma sempre sul pezzo e indomito nel raccontare il mondo del cinema e dell’intrattenimento.
La Mostra del cinema di Venezia 2024 sarà probabilmente l’ultimo Festival che Parole a Colori seguirà nella sua consueta formula e ampiezza. E un po’ di malinconia è d’obbligo. Ma ogni kermesse ha la sua storia, segreti, polemiche e leggende da tramandare ai posteri, e noi saremo ancora una volta qui, per raccontarvi tutto al meglio.
Come si evolverà questo decennale progetto lo scopriremo solo vivendo, per restare in tema di citazioni. Per adesso posso assicurarvi che, almeno per quest’anno, non verranno meno le lettere aperte al direttore Barbera, i biglietti, le attribuzioni di Spira Mirabilis a questo e quel film. Ed è un ottimo punto di partenza.