Un film di Mario Martone. Con Marianna Fontana, Reinout Scholten van Aschat, Antonio Folletto, Gianluca Di Gennaro, Eduardo Scarpetta. Drammatico, 122′. Italia, Francia 2018
1914. Un gruppo di giovani del nord Europa si unisce in una comunità sull’isola di Capri, avendovi trovato il luogo ideale in cui sperimentare una ricerca sulla vita e sull’espressione artistica. Sull’isola abita con la famiglia Lucia, una capraia la cui attenzione viene attratta da questi ‘strani’ individui a cui inizia ad avvicinarsi. Al contempo sull’isola è arrivato un giovane medico condotto secondo cui la scienza e l’interventismo vanno messi al primo posto.
Il film “Capri-Revolution” di Mario Martone, presentato in concorso alla Mostra del cinema di Venezia, porta sul grande schermo la storia vera della comune che il pittore Karl Diefenbach stabilì sull’isola tra il 1900 e il 1913, anno della sua morte.
Nei suoi tratti di apertura, il film di Martone porta un breve brivido di curiosità e meraviglia, mentre costruisce il pacifico ma limitato mondo di Lucia (Fontana), una giovane innocente e curiosa che ha vissuto tutta la sua vita tra le pietre e le capre di Capri.
Tuttavia, l’elemento formale più accattivante del film è la colonna sonora dissonante, realizzata dal duo ambient tedesco Sascha Ring e Philipp Thimm, capaci di evocare mondi minacciosi ed euforici.
Dopo l’esordio di spessore nel 2016 con il film “Indivisibili” di Edoardo De Angelis, in coppia con la gemella Angela, Marianna Fontana si dimostra presenza cinematografica accattivante, nonostante la natura frustrante del tormento interno del suo personaggio. Ciò che manca è la chimica tra Lucia e uno dei due uomini intenzionati a liberare la sua mente, il suo corpo e la sua anima.
Non del tutto convincenti, invece, le scene dei rituali della comune, mentre alcuni spunti e tematiche avrebbero potuto essere approfonditi maggiormente.
Ambientato nei mesi precedenti lo scoppio della prima guerra mondiale, “Capri-Revolution” riesce ad essere attuale e a trattare temi universali, che da sempre dividono la nostra società. Una bandiera per il progresso liberale e la mescolanza culturale di fronte a un forte conservatorismo insulare.