Un film di David Yates. Con Eddie Redmayne, Katherine Waterston, Dan Fogler, Alison Sudol, Ezra Miller. Fantasy, avventura, 134′. Gran Bretagna, USA 2018
New York, 1927. Sono passati pochi mesi dalla cattura da parte del MACUSA del perfido e potente Grindelwald che, però, come minacciato, sfugge presto alla detenzione. Il Mago Oscuro ha piani estremi sul mondo dei maghi e su quello dei non maghi, e si appresta a radunare i suoi seguaci, pescando tra le fila degli scontenti per i metodi repressivi e violenti del Ministero della Magia. Ma in particolare cerca Credence, l’Obscuriale miracolosamente scampato alla morte. Anche Newt Scamander, il timido magizoologo, è sulle tracce del ragazzo, per conto di Albus Silente. E naturalmente anche il Ministero, e l’Auror Tina, con la quale Newt ha un malinteso sentimentale in sospeso.
Secondo capitolo dei cinque che sappiamo comporranno questo prequel di Harry Potter, “Animali fantastici: I crimini di Grindelwald” riprende la narrazione dal 1927 quando, dopo una breve dentenzione, Gellert Grindelwald (Depp) è riuscito, come aveva promesso, a scappare.
Il temibile mago oscuro sta raccogliendo seguaci per creare un nuovo ordine mondiale che possa dominare su tutti gli esseri non-magici. Albus Silente (Law) “ingaggia” allora il timido magizoologo Newt Scamander (Redmayne) per contrastare questa imminente, e drammatica, ascesa.
“Animali fantastici: I crimini di Grindelwald” riesce a replicare parte del fascino del primo film, aggiungendo un tocco inquietantemente oscuro. Questa avventura di Scamander è sicuramente più diretta ma anche più ricca di episodi, personaggi e colpi di scena. Potremmo dire che ogni fotogramma, qui, è pieno di dettagli.
Chiramente il regista David Yates non dimentica nemmeno gli “animali fantastici” che tanto erano piaciuti nel primo film, dagli Snaso che fanno esplodere tappi di champagne alle splendide Kelpie, demoni acquatici che possono percorrere 1.000 miglia al giorno.
La grigia e cupa New York viene sostituita, come location principale, da Parigi, dove dominano sfumature dorate e calde. Ma c’è spazio anche per “tornare” ad Hogwarts, molto prima che Harry Potter e i suoi amici iniziassero la scuola. Le scene dove compare un giovane Silente e quelle dei flashback dove vediamo Newt e Leta Lestrange frequentare le lezioni, per quanto costruire appositamente per far felici i fan della saga, sono le migliori del film.
“Animali fantastici – I crimini di Grindelwald” funziona perché riesce a trovare un equilibrio tra le parti più dark e quelle più giocose e infantili. Il film, visivamente piacevole, risulta così godibile per i fan della saga firmata da J. K. Rowling ma anche per chi ama semplicemente il genere fantasy. E le venature da spy-story, che affiorano qua e là, non guastano al risultato finale.
Il cast originale, guidato da Eddie Redmayne, riprende facilmente da dove era stato interrotto, mentre i nuovi arrivati si adattano perfettamente alla pellicola. Jude Law riesce a non far rimpiangere il Silente dai capelli e dalla barba candidi, saggio e ironico, intepretato in passato da Richard Harris e Michael Gambon.
Per quanto riguarda Johnny Depp, invece, il suo Grindelwald è un cattivo particolare: incombe minacciaso per tutto il film ma piuttosto che uccidere preferisce ammaliare le masse per portarle dalla sua parte.
Insomma, senza dimenticare la storia che ha dato il là a tutto e ha portato il mondo magico alla popolarità e con una grande attenzione per i dettagli, “Animali fantastici: I crimini di Grindelwald” è una storia affascinante, dal punto di vista visivo e strutturale. Peccato forse per il profluvio di personaggi “buttati nella mischia” senza che ce ne fosse davvero bisogno.