Al cinema: Irrational man

Un film di Woody Allen. Con Emma Stone, Joaquin Phoenix, Parker Posey, Jamie Blackley. Thriller, 96′. 2015

Irrational man, locandina

Anche a chi ha il genio dentro può pesare lo scorrere del tempo e la paura della morte. Se però il genio in questione è ironico e cinico come Woody Allen allora confrontarsi con questi difficili temi può diventare l’occasione per sorridere e riflettere.

Il regista statunitense, oggi arzillo ottantenne, è famoso per avere poca fiducia negli esseri umani e nessuna in Dio. La nostra società, per lui, somiglia sempre di più a un cane nevrotico che si morde la coda; una società dove regna il grigio e dove il confine tra morale e amorale, tra giusto e sbagliato è diventato sottile, in molti casi inesistente.

Con il film “Match point”, Allen aveva messo in luce come l’avidità e l’ambizione fossero le vere muse ispiratrici per l’uomo, capace di tutto sotto il loro stimolo. “Irrational man” può essere considerato una nemesi o se volete un sequel ancora più amaro della pellicola del 2005. Qui infatti si evidenzia come il nichilismo di valori e di umanità abbiano spodestato ogni forma di energia vitale nell’uomo.

Il protagonista della storia è Abe Lucas (Phoneix), professore di filosofia decadente nel fisico e soprattutto nello spirito. Separato dalla moglie e dedito all’alcolismo, Lucas arriva in un nuovo college privo di ogni entusiasmo e con un crescente istinto suicida.

Nonostante questo le donne che incontra, siano queste insoddisfatte docenti come Rita Richards (Posey) o brillanti studentesse come Jill Pollard (Stone), sono attratte da lui. Lucas però sembra vivere dentro una bolla, incapace di sentire qualsiasi cosa, finché un giorno, per caso, ascoltando una discussione al bar tra estranei trova un motivo per rimettersi in pista: elaborare il delitto perfetto per regalare a una giovane madre in difficoltà la felicità.

Sono tanti i romanzi e i film nel corso del tempo che hanno provato a raccontare come si possa compiere un delitto perfetto e farla franca. Lo stesso Allen, in “Match Ponit”, aveva affrontato l’argomento. In questo caso, però, la costruzione del delitto da parte del protagonista è vissuta dallo spettatore nei toni della commedia, e l’azione immorale, invece di procurare orrore e cupezza, produce effetti positivi. Lucas è infatti un assassino felice, voglioso di amare e di gustare di nuovo i piacere della vita.

Joaquin Phoenix ed Emma Stone con Woody Allen sul set.

Vita e morte, per Allen, possono coesistere e danzare insieme, portando benessere e persino gioia nella vita di uomo depresso e senza futuro.

Una visione ardita e come sempre controcorrente, quella del regista, che fonda le sue argomentazioni su un testo ben scritto, di spessore e ricco di citazioni e riflessioni filosofiche, che nella prima parte rendono il film godibile e divertente, dimostrando che è possibile ridere anche di un omicidio causale e preterintenzionale.

Lo spettatore è spinto a tifare per il protagonista e non a condannarlo per le sue azioni, rallegrandosi per come Lucas sia alla fine uscito dalla sua bolla d’infelicità anche se compiendo un atto innegabilmente immorale.

“Irrational man” perde purtroppo quota e incisività nella seconda parte, quando il regista e autore mette da parte l’elemento filosofico per far prevalere quello comico, mettendo in luce i limiti della struttura e dell’intreccio narrativo del film.

Nella prima parte i personaggi, impegnati in appassionati e solidi dialoghi, mascherano bene l’assenza di profondità della storia. La velocità delle parole copre l’eccessiva staticità e lentezza del film. Quando però la morale e la giustizia prendono il sopravvento il film diventa prevedibile, persino noioso, trascinandosi verso un finale frettoloso e arruffato e dimostrando che, in fondo, non esiste una vera cura per l’infelicità dell’anima.

La coppia Phoneix-Stone funziona e convince, un po’ come il film, solo nella prima parte, dove l’alienazione del primo e la solarità della seconda si mescolano bene, realizzando una riuscita alchimia di colore e grigiore. Nella seconda parte, invece, la coppia perde brillantezza e forza, diventando una copia sbiadita dei protagonisti di “Match Point”, Jonathan Rhys-Meyers e Scarlett Johansson.

Merita sicuramente una menzione Parker Posey nel ruolo della moglie e docente insoddisfatta, per com’è riuscita a cucirsi addosso un personaggio mai eccessivo e sempre in linea con i tempi e i toni del film.

Woody Allen si conferma un maestro della Settima arte e ci porta ancora una volta a considerare che, per quanto una vita imprevedibile e fuori da ogni regola possa essere accattivante, essere corretti e onesta è alla fine la scelta migliore.

 

Il biglietto d’acquistare per “Irrational Man” è: 1)Neanche regalato; 2)Omaggio; 3)Di pomeriggio; 4)Ridotto; 5)Sempre.


 

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