Al cinema: Il libro della giungla

Un film di Jon Favreau. Con Idris Elba, Scarlett Johansson, Lupita Nyong’o, Christopher Walken, Giancarlo Esposito, Ben Kingsley, Neel Sethi, Bill Murray. Avventura, 105′. 2016

Il libro della giungla, locandina

Anche se questo nuovo adattamento per il cinema del “Libro della giungla” di Rudyard Kipling brilla per l’utilizzo massiccio di effetti speciali, è anche piacevolmente vecchio stile quanto a narrazione.

Il film è molto più affascinante delle altre maxi-produzioni di questo genere, e anche se porta lo spettatore in alcuni luoghi oscuri e non ha paura di alzare l’intensità quando serve, il regista Jon Favreau ha fatto una scelta degna di nota, mettendo la maggior parte del peso del film sulle spalle del piccolo Neel Sethi, che tra parentesi assolve il compito con grazie e intelligenza. È grazie alle sue doti recitative che, dopo pochi secondi, crediamo a quello che vediamo e non mettiamo in dubbio che la giungla immaginata da Rudyard Kipling sia un posto reale, con animali reali.

Gli effetti speciali sono eccezionali, ma mai invadenti; quando Bagheera (Ben Kingsley/Toni Servillo) racconta e inizia questa storia il pubblico è catturato.

Anche se il film si rifa in modo diretto al cartone Disney del 1967, non perde mai la sua originalità e freschezza. I rimandi sono diversi – tra canzoni e stralci di dialogo – ma il senso della realtà, qui, è assoluto. Questa è quella che definiremo una classica storia d’avventura, ma Favreau non perde mai di vista il pubblico, la necessità di trasmettere emozioni a chi guarda.

Mowgli e Bagheera. Il libro della giungla (2016)

Gli effetti speciali sono grandiosi, ma ciò che li rende ancora più degni di nota è il fatto che non servono solo per sorprendere e lasciare lo spettatore a bocca aperta, ma hanno un fine più alto. Realizzare che niente di quello che vediamo sullo schermo è reale nel senso tradizionale del termine è incredibile – tanto di cappello al team di programmatori che hanno portato questa giungla e questi personaggi in vita.

Ogni personaggio ha il suo peso e la sua rilevanza: dall’aggraziato e silenzioso Bagheera alla nobile e materna Raksha (Lupita Nyong’o/Violante Placido), da Baloo (Bill Murray/Neri Marcorè), brillante e divertente, alla letale Shere Khan (Idris Elba/Alessandro Rossi). Tra questo gruppo variegato di creature vive Mowgli, un cucciolo d’uomo salvato da morte certa e adottato dal branco dei lupi guidati da Akela (Giancarlo Esposito/Luca Biagini). La tigre Shere Khan non ha però rinunciato alla sua vendetta contro il genere umano, e quindi il bambino è costretto a lasciare la sicurezza della sua casa e mettersi in viaggio tra mille pericoli.

La sceneggiatura di Justin Marks richiama il cartone animato, ma ha anche la sua voce e il suo ritmo, e i doppiaggi degli attori contribuiscono non poco alla buona riuscita del film. Se Baloo non avesse cantato “Lo stretto indispensabile” avremmo avuto la sensazione che mancasse qualcosa, ma non tutte le canzoni del cartone sono presenti nel film – ad esempio il serpente Kaa (Scarlett Johansson/Giovanna Mezzogiorno) non canta nella sua parte. Lo fa Re Luigi (Christopher Walken/Giancarlo Magalli), in maniera stravagante e anche un po’ sciocca. Shere Khan ha una forte personalità, Bagheera è saggio ma affettuoso, risoluto a fare ciò che giusto indipendentemente dal prezzo che dovrà pagare.

Mowgli con il serpente Ka. Il libro della giungla (2016)

Nonostante tutto, è Neel Sethi che riesce a rendere tutto questo reale. Ci sbilanciamo dicendo che è una delle performance di un attore bambini più riuscita dell’ultimo periodo: Mowgli è coraggioso ma anche cocciuto e ostinato, ama scherzare, ma è anche leale, intelligente e dolce. Il film non avrebbe funzionato, se Sethi non avesse dimostrato una presenza fisica e un’agilità che davvero portano Mowgli in vita.

Alcune delle scelte fatte da Favreau e Marks potrebbero scioccare i puristi della storia, in modo particolare gli appassionati del romanzo originale, ma sono in linea con il film e con le tematiche affrontate. Ci sono momenti intensi magari poco adatti ai più giovani, ma perfettamente in linea con le scelte narrative e con la giungla stessa, che ha in sé quel senso di pericolo. Se avete qualche problema con le scene notturne, quindi buie, preparatevi, perché ce ne sono diverse.

Il libro della giungla è un ottimo film per famiglie, divertente e affascinante. Non si tratta di una mera operazione di marketing per riportare al cinema chi ha amato il cartone animato: Jon Favreau e Justin Marks, insieme a Bill Pope e al compositore John Debney danno vita a questo mondo in un modo davvero mai visto prima.

Questa giungla palpita come fosse un luogo reale, perché è popolata di personaggi pieni di vitalità, bellezza e individualità. Anche con l’utilizzo delle più avanzate tecnologie, guardando “Il libro della giungla” ci sembra di avere davanti una di quelle pellicole che ormai non si girano più, vecchio stile in senso positivo. Qui c’è vera magia, vero ottimismo, vera gioia. La sola grafica non rende un film un classico nel suo genere: sono le emozioni che fanno la differenza. E in questa pellicola, le emozioni non mancano di certo.





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