Un film di Kelly Fremon. Con Hailee Steinfeld, Haley Lu Richardson, Blake Jenner, Kyra Sedwick, Woody Harrelson, Eric Keenleyside. Commedia, 104′. 2016
Tornare ad avere 17 anni, essere costretto a sopravvivere di nuovo alla scuola e ai compagni, e a soffrire della sindrome del Calimero nerd, è uno dei miei peggiori incubi.
Quelli che invece sostengono che accoglierebbero il ritorno all’adolescenza con piacere, o non sono mai stati giovani oppure mentono sapendo di mentire.
Poche giri di parole: l’adolescenza è un periodo di m***a, che siamo costretti a vivere; un Vietnam emotivo, dove non c’è spazio per la compassione, per la clemenza o per la gentilezza. Nessuno sa essere crudele come un giovane in crescita, soprattutto quando se la prende con un coetaneo per sottrarre se stesso dall’occhio del ciclone.
Esagero? Forse, ma provate a chiudere un attimo gli occhi e tornate indietro con la mente ai vostri diciassette anni. Sicuri di non sentire un leggero brivido di terrore, alla sola idea?
Il cinema ha provato spesso a mostrare al pubblico che cosa provi un ragazzo/a di quell’età, non sempre riuscendo nell’intento.
“17 anni (e come uscirne vivi)” di Kelly Fremon, invece, porta a compimento la missione con efficacia, incisività e delicatezza, merito soprattutto della straordinaria interpretazione di Hailee Steinfeld.
Nadine (Steinfeld) ha 17 anni. È complessata, logorroica, crede di essere la persona più sfigata sul pianeta Terra. Nadine ha perso l’adorato padre per un incidente e ora si ritrova a dover sopravvivere accanto alla nevrotica madre Mona (Sedwick), e al fratello Darian, che è il suo esatto opposto, bello, di successo, benvoluto da tutti.
L’unica ancora di salvezza è la sua miglior amica Krista (Richardson), la sola amica mai avuta da quando è nata. Le due si sono conosciute alle elementari, e da allora non si sono mai separate.
Fino a quando l’impensabile non diventa realtà: Krista perde la testa per il fratello di Nadine. Nadine si ritrova sola, ferita, rischia di implodere, senza avere una guida, una figura paterna a cui aggrapparsi.
L’unico uomo con cui sente di potersi sfogare è il signor Bruner (Harrelson), stralunato ed eccentrico professore di storia.
Nadine sbanda, sbaglia a dare fiducia al classico, fascinoso bad boy, litiga con la madre e solo alla fine si rende conto che il vero principe azzurro è il timido ed educato compagno di classe.
Per tutta la durata della pellicola, quello che si vorrebbe fare è entrare dentro il film, abbracciare la protagonista e dirle: “Tranquilla, ti aiuto io”.
Hailee Steinfeld nel ruolo di Nadine diverte, commuove, buca lo schermo con il suo realismo e la sua umanità. Il resto del cast, con talento, credibilità e passione, contribuisce alla riuscita del film.
Kelly Fremon si dimostra un’attenta osservatrice del mondo dei teenager, mostrando grande sensibilità nello scrivere una sceneggiatura puntuale, attenta, capace di regalare sincere emozioni.
La sua regia, sebbene di respiro televisivo, è pulita, fluida e ispirata nel costruire una pellicola che cattura cuore e interesse dello spettatore, peccando forse solo nella seconda parte, meno incisiva sul piano del ritmo.
Sarebbe riduttivo etichettare “17 anni (e come uscirne vivi)” come un teen movie, perché in realtà è lo specchio del mondo di oggi, dove da un lato la comunicazione tra adulti e adolescenti è sempre più complessa e ambigua, dall’altro ogni adolescente si ritrova spesso solo e impaurito in una fase così delicata della propria esistenza.
Ma in qualche modo, per quanto complicato sia, arrivano i 20 anni e la fine del tunnel. Tranquilli, succede!
Il biglietto da acquistare per “17 anni (e come uscirne vivi)” è: 1)Nemmeno regalato; 2)Omaggio; 3)Di pomeriggio; 4)Ridotto (con riserva); 5)Sempre.