“Ai confini del male”: un thriller asciutto, ben interpretato e ben diretto

Il terzo film di Vincenzo Alfieri è classico nell'impostazione ma imprevedibile nello sviluppo

Un film di Vincenzo Alfieri. Con Edoardo Pesce, Massimo Popolizio, Roberta Caronia, Chiara Bassermann, Luka. Thriller, 101′. Italia 2021

Nel paesino di Velianova scompaiono due ragazzi di buona famiglia, e subito la comunità rivive l’incubo di dieci anni prima, quando un “mostro” mai identificato aveva rapito, torturato e ucciso alcuni giovani. Questa volta però uno dei due ragazzi scomparsi è il figlio del Capitano dei Carabinieri Rio, che non ha intenzione di restare a guardare. Della stessa caserma fa parte anche il tenente Meda, che ha perso moglie e figlio e non se ne fa una ragione. Soprannominato Cane Pazzo, Meda tiene malamente a bada una violenza repressa e frequenta prostitute, una delle quali gli chiede aiuto per trovare sua figlia Irina, scomparsa da giorni. E forse c’è un nesso fra la scomparsa di Irina e quella dei due ragazzi per cui si sono mobilitate l’Arma e l’opinione pubblica.

 

Un thriller dall’impianto narrativo piuttosto classico, che vive soprattutto della dualità e ambiguità dei due protagonisti, interpretati, bene, da Edoardo Pesce e Massimo Popolizio, e dell’ottima regia. “Ai confini del male” di Vincenzo Alfieri arriva oggi, 1 novembre, su Sky Cinema e in streaming su NOW.

Liberamente ispirato al romanzo “Il confine” di Giorgio Glaviano, il film è ambientato in un paesino di provincia anonimo e isolato, Velianova. Questo, insieme alla regia di Alfieri, dalla chiara impronta realista, contribuisce a creare un’atmosfera cupa, fredda, cruda, un clima quasi sospeso che invoglia lo spettatore a porsi delle domande.

Due carabinieri, Meda detto Cane Pazzo (Pesce), che ha perso moglie e figlio e non riesce a farsene una ragione, e il capitano Rio (Popolizio), indagano sulla scomparsa di due ragazzi (uno dei quali è figlio del secondo) dopo un rave party. La sparizione riporta alla mente della comunità l’operato di un “mostro”, che dieci anni prima aveva rapito, torturato e ucciso alcuni adolescenti. Che sia tornato a colpire?

Edoardo Pesce e Massimo Popolizio sono perfetti nei rispettivi ruoli. Meda e Rio sono due uomini profondamente diversi, accomunati però da un grande disagio esistenziale. I due attori riescono a mettere in evidenza questo “territorio comune”, accentuandolo e drammatizzandolo anche attraverso i dialoghi.

“Ai confini del male” è un thriller dalla narrazione asciutta, sorretto da una buona sceneggiatura giocata a incastro, dove sono presenti anche personaggi secondari ben caratterizzati e rimandi al passato. Vincenzo Alfieri, alla sua terza regia, riesce, attraverso alcune inquadrature, a trasmettere inquietudine e profonda sofferenza e a dare enfasi ai due protagonisti senza lasciarsi andare a vezzi eccessivi o poco funzionali alla storia. 

Suspense e una verità che emerge lentamente, man mano che l’indagine procede, sono sicuramente i punti di forza di questo film che apparentemente è molto classico ma si rivela tutt’altro che scontato, e che tiene lo spettatore incollato allo schermo – della pc o della tv, fate voi – fino all’ultimo.

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