15 curiosità su Murakami Haruki

di Valentina Biondini

 

Oggi vogliamo parlare di Murakami Haruki, sessantottenne giapponese trapiantato negli States all’inizio degli anni ‘90, probabilmente l’autore nipponico più letto e conosciuto di sempre.

La bibliografia di Murakami è lunghissima e i suoi lettori sono decine di milioni, ma oltre che per la sua vasta e fortunata produzione letteraria, il suo nome è diventato famoso anche per via dell’affair Nobel. Per quanto i bookmaker lo diano come favorito alla vittoria finale, l’Accademia svedese non lo ha ancora premiato con l’ambito riconoscimento.

Per una volta, proviamo a sganciarci dalle consuete dinamiche e andiamo a curiosare nella vita e nelle abitudini dello scrittore.

Riprendendo un articolo di Bustle, ecco 15 curiosità su Murakami Haruki che fino a oggi solo in pochi conoscevano.

1. L’ISPIRAZIONE LO HA COLTO DURANTE UNA PARTITA DI BASEBALL

Che ci crediate oppure no, dobbiamo in un certo senso ringraziare il baseball per la carriera di Murakami. Infatti, l’ispirazione per scrivere il primo romanzo lo colse mentre si trovava a una partita, in un pomeriggio d’aprile. “Ebbi l’improvvisa sensazione di poter scrivere io stesso un romanzo – ha confessato l’autore in un’intervista. – Non so dirne la ragione. Penso si sia trattato di una sorta di epifania”. Come che sia, iniziò a scrivere quella stessa notte.

2. HA GESTITO UN (JAZZ) CLUB PER 7 ANNI

Prima di diventare il pluripremiato scrittore che conosciamo oggi, Murakami e sua moglie hanno gestito un piccolo jazz bar per 7 anni. E il locale, curiosità nella curiosità, si chiamava “Peter Cat”, dal nome del gatto che l’autore aveva tenuto con sé per alcuni anni prima di affidarlo a un amico che viveva in campagna, visto che il felino aveva accumulato troppo stress da città.

3. COMINCIÒ A SCRIVERE IL PRIMO ROMANZO IN INGLESE, PRIMA DI PASSARE AL GIAPPONESE

Quando venne il momento di iniziare il suo primo romanzo, “Ascolta la canzone del vento”, Murakami scelse di scrivere in inglese le pagine di apertura, “tanto per sentire come suonavano”, stando a un’intervista al New Yorker del 2013. In seguito, parlando di quell’esperienza in un’intervista a Lit Hub, ha detto che la sua “abilità compositiva in inglese non era un granché”. Tuttavia, è stato un esercizio utile. “Ero capace di scrivere soltanto frasi corte e semplici. Ne risultò una prosa grezza e incolta. Comunque sia, mentre mi sforzavo di esprimere me stesso in quella maniera, passo dopo passo, un ritmo particolare cominciò a prendere forma”.

4. ALL’INIZIO NON VOLEVA CHE I PRIMI ROMANZO VENISSERO TRADOTTI

Murakami non ha avuto un successo immediato fra i lettori di lingua inglese perché i suoi primi libri non furono tradotti fino al 2015. Lo scrittore non sopportava l’idea che all’estero leggessero i suoi romanzi. “I miei primi due libri non sono stati pubblicati fuori dal Giappone; non voglio che lo siano – dichiarò in un’intervista a Paris Review nel 2004 – Credo siano dei lavori immaturi, dei libri di poco spessore. Erano leggeri, se questa è la definizione esatta”. Affermare che siano “leggeri” è quantomeno discutibile: il suo primo romanzo ha vinto, tra le altre cose, il Premio Gunzo per scrittori emergenti.

5. È UN TRADUTTORE, MA NON DELLE SUE OPERE

Murakami ha curato molte traduzioni nel corso degli anni, ma non gli è mai venuto in mente di tradurre da sé le proprie opere. In un’intervista al Guardian del 2011, ha svelato che traduce libri dall’inglese al giapponese, ma non il contrario. Per quanto riguarda i suoi lavori, si appoggia a dei traduttori abituali e con loro occasionalmente discute sulla scelta di qualche vocabolo.

6. SOGNA DI TRADURRE “IL GRANDE GATSBY” IN GIAPPONESE

In un saggio sulla traduzione, Murakami ha rivelato che a 30 anni si era posto l’obiettivo di tradurre “Il grande Gatsby” entro i 60. Non avendo trovato una versione che lo soddisfacesse a pieno aveva pensato di fare da sé.

7. RILEGGE I SUOI LIBRI IN TRADUZIONE, NON IN LINGUA ORIGINALE

In un’intervista ha dichiarato che: “A meno che non ci sia una ragione particolare, di rado rileggo i miei libri (in giapponese), ma a volte li rileggo tradotti in inglese. Lo trovo divertente per la distanza che c’è dal testo originale. In molti casi mi diverto un mondo a leggere queste traduzioni”.

8. SCRIVE SENZA SEGUIRE UNO SCHEMA PRECISO

Alcuni autori pianificano molto, prima di mettersi a scrivere, ma Murakami non è uno di loro. Nel 2011 dichiarò a un reporter del Guardian di scrivere in maniera intuitiva. Ovviamente, questo metodo funziona per lui, ma vi sconsiglieremmo di provarci.

9. NON AMA LE SCADENZE

Sempre al Guardian, ma stavolta nel 2014, ha dichiarato di odiare le scadenze. “Quando un lavoro è finito, è finito. Ma prima di allora, semplicemente non è finito. Punto e basta”.

10. PREFERISCE LA FASE DELLA RISCRITTURA A QUELLA INIZIALE

Nella stessa intervista, Murakami ha etichettato la prima bozza di un’opera come “una specie di tortura”. Non sorprende, allora, che alla prima fase del processo di scrittura preferisca ciò che viene dopo, poiché ama vedere il suo lavoro migliorare giorno dopo giorno.

11. L’OPINIONE DI SUA MOGLIE È MOLTO IMPORTANTE

Yoko Takahashi – sua moglie – è una risorsa preziosa per lui. Non è solo la sua prima lettrice, ma a volte è anche la persona che gli dice quando è il momento di smettere di correggere un romanzo. Una volta ha dichiarato: “Mi aiuta moltissimo. Mi dà consigli sui miei libri e io rispetto la sua opinione”.

12. “NORWEGIAN WOOD” È IL RISULTATO DI UN ESPERIMENTO LETTERARIO

Murakami ha raccontato che ama scrivere di atmosfere oniriche e surreali, ma che con “Norwegian Wood” ha sperimentato per la prima volta il realismo. “Volevo dimostrare a me stesso che ero capace di scrivere un romanzo realistico al 100%. E ritengo che questo esperimento si sia rivelato utile in seguito” ha detto in un’intervista pubblicata sul suo sito.

13. AGGIUNGE GATTI NEI SUOI LIBRI SEMPLICEMENTE PERCHÉ LI AMA

Quando nella medesima intervista gli è stato chiesto il motivo della presenza di gatti nei suoi libri, Murakami ha risposto candidamente: “Dev’essere perché sono profondamente affezionato ai gatti. Ne ho sempre avuti attorno sin da quando ero piccolo. Non so dire se nei miei libri abbiano qualche altro significato più recondito”.

14. È ANCORA SORPRESO DEL SUO SUCCESSO

Sono passati decenni ormai da quando Murakami ha iniziato a ricevere riconoscimenti per i suoi scritti, ciononostante tutto questo successo continua a sembrargli irreale. “Il fatto che io sia diventato un romanziere di professione mi sorprende ancora oggi”, ha confessato al New Yorker nel 2013.

15. NON SA QUANTO GUADAGNA IN UN ANNO

Con i best seller che ha pubblicato negli ultimi 25 anni è fuori discussione che Murakami se la passi bene finanziariamente. Quanto bene, tuttavia, rimane un mistero persino per lui, perché è sua moglie a occuparsi delle loro finanze. “Non ho davvero idea di quanto guadagno in un anno”, ha rivelato al Guardian nel 2011.





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