Un film di Taylor Sheridan. Con Elizabeth Olsen, Jeremy Renner, Jon Bernthal, Gil Birmingham, Martin Sensmeier, Julia Jones. Thriller, 111’. USA, 2017
Cory Lambert è un cacciatore di predatori nella riserva indiana di Wind River, perduta nell’immensità selvaggia del Wyoming. Sulle tracce di un leone di montagna che attacca il bestiame locale, trova il corpo abusato ed esanime di una giovane donna amerinda. Il crimine prolunga il dolore di Cory che ha perso tre anni prima una figlia in circostanze altrettanto brutali. Per fare chiarezza sul caso, l’FBI invia Jane Banner, una recluta di Las Vegas senza esperienza. Tosta e disposta ad imparare, Jane chiede a Cory di affiancarla nell’indagine. Fortemente legato alla comunità indiana, è l’uomo giusto per aiutarla.
La perdita di un figlio è probabilmente il dolore più atroce e devastante che un genitore possa provare. Se poi il figlio in questione viene brutalmente ucciso le cose diventano ancora peggiori.
Presentato nella sezione Un certain regard del Festival di Cannes e vincitore del premio per la miglior regia, “Wind river” di Taylor Sheridan è molto di più un crime movie, è un percorso accidentato, quello che i diversi personaggi devono compiere per vincere i propri demoni.
Lo spettatore si prepari a un viaggio interiore e profondo dentro anime ferite e cuori spezzati, scandito da contorni drammatici e disperati.
Taylor Sheridan, all’esordio come regista, non si limita a mescolare gli elementi chiave di thriller e dramma, ma firma una sceneggiatura potente, incisiva, toccante e profonda, legando in modo perfetto il paesaggio invernale al freddo interiore dei protagonisti.
“Wind River” ha un impianto narrativo solido, asciutto e incalzante. Dopo una partenza lenta e prevedibile, dove si introducono i protagonisti e si raccontare l’ambiente in cui si muoveranno, la storia decolla in modo prepotente e convincente, scavando con efficacia e abilità nella sfera più intima di ogni personaggio e creando una forte connessione con lo spettatore.
Il film alterna scene spettacolari e cruente a momenti strazianti e commoventi senza mai perdere di tono, intensità e credibilità, grazie a un ottimo e talentuoso cast, guidato da Jeremy Renner. Merita una menzione anche il possente e magnetico Gil Birmingham.
Sheridan, oltre a confermarsi sceneggiatore valido e ispirato, all’esordio dietro la macchina da presa dimostra di avere tutte le carte in regola per potersi imporre anche in questo campo. La sua è una regia semplice, lineare, carismatica, incisiva nel coniugare action e sentimenti, senza mai eccedere in nessuno dei due generi.
È difficile per un genitore rassegnarsi alla perdita di un figlio, ma come ci insegna il bellissimo e toccante finale in chiave paterna, con il tempo il dolore può finire per divenire sopportabile, soprattutto se hai vicino qualcuno su cui contare. Come un amico vero.
Il biglietto da acquistare per “Wind River” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre (con riserva).