“Western stars”: un documentario, un concerto, una riflessione sulla vita

Il Boss esordisce alla regia in un film che è musica, racconto personale, ricordo del passato

Un film di Bruce Springsteen, Thom Zimny. Con Bruce Springsteen. Documentario, 83′. USA 2019

Trasposizione cinematografica dell’omonimo album, il documentario è un’esibizione in piena regola, nella quale il Boss esegue i tredici brani dell’album insieme a un’intera orchestra, nel fienile della sua dimora. Quello che viene mostrato non è solo il Bruce cantante, ma anche un viaggio nei suoi ricordi, grazie al materiale d’archivio, e al racconto in prima persona dello stesso artista. Non solo musica quindi, ma anche l’amore, la famiglia, la solitudine, la perdita e il passaggio inesorabile del tempo, che sembra non aver scalfito il genio creativo di Springsteen.

 

Trasposizione cinematografica dell’omonimo album del Boss, “Western Stars”, presentato anche al London Film Festival, è il documentario che vede Bruce Springsteen debuttare alla regia in quella che è un’esibizione musicale ma anche un momento di racconto e di riflessione.

Sullo schermo passano immagini dello Springsteen cantante di ieri e di oggi, grazie all’utilizzo di materiale d’archivio pubblicato e privato, ma anche dello Springsteen uomo, che racconta l’ispirazione e i temi delle tredici tracce che compongono l’album “Western stars” e riflette su amore, famiglia, solitudine e sullo scorrere inesorabile del tempo, che non risparmia nessun uomo, ma la creatività del Boss fortunatamente sì.

Cantautore di estrazione proletaria, animale da palcoscenico, rocker impegnato, icona della cultura popolare, Bruce Springsteen è semplicemente Bruce Springsteen. E continua a sedurre e affascinare il pubblico, ieri come oggi, grazie alla sua capacità di parlare direttamente a lui, a noi. Poco importa se siamo milioni: quando ascoltiamo una delle sue ballate ci sentiamo unici.

Il documentario “Western stars”, firmato da Springsteen a quattro mani con Thom Zimny, suo collaboratore di lunga data, è un esordio, ma visto il rapporto di vecchia data tra il cantante e il cinema non sorprende che sia riuscito, potente, centrato. Ottantatré minuti non solo da vedere, ma da ascoltare e assaporare.